Secondo la tradizione cristiana, per decorare l’albero bisognerebbe aspettare il 24 dicembre, la Vigilia di Natale. Altre consuetudini, comunemente accettate, a seconda delle latitudini, sostengono che si dovrebbe aspettare il giorno di San Nicola, il 6 dicembre, come nei paesi nordici. In Italia va per la maggiore l’8 dicembre, il giorno dell’Immacolata. Molti, però, si attivano già al primo del mese di dicembre, in contemporanea con l’apertura della prima casella del calendario dell’Avvento. Alcuni persino prima.
Fare l’albero di Natale in anticipo ha dei risvolti importanti. Infatti, secondo la scienza, ci rende più felici. Per molte persone mettere le decorazioni natalizie in anticipo è un modo per ricollegarsi con la propria infanzia o per connettersi con la identità familiare della vita adulta. Perché una cosa è certa, il Natale può essere uno stato d’animo, metafora dell’amore e della pace, è intriso di simboli e atmosfere che possono emozionare. Queste emozioni fanno bene alla mente. Secondo lo psicanalista McKeown le decorazioni natalizie sono un’ancora alle emozioni, ci aiutano a lasciarci alle spalle lo stress.
Va da sé pensare, se ci fa sentire meglio, perché il Natale deve esserci soltanto a Natale? "E allora lo precorriamo, un fenomeno che si spiega con la teoria dell’anticipazione della gioia, e lo prolunghiamo, per viverlo il più a lungo possibile. Non è un caso che quando guardiamo i serial su Netflix, Natale compare 3 o 4 volte all’anno, perché è un periodo magico", interviene il sociologo prof. Antonio Maturo.
E non è tutto. L’atto di appendere le decorazioni natalizie, e di ammirarle successivamente, "crea un cambiamento neurologico in grado di generare felicità. Mettere le decorazioni natalizie provoca un picco di dopamina, l’ormone del benessere". Palline, ghirlande di Natale o puntali, sono ancora più belli quando sono vecchi, vissuti e ripetuti negli anni: li riconosciamo come una parte della nostra vita, rappresentano la nostra identità familiare, "perché, appunto, sono una certezza, che periodicamente, ciclicamente ci riconfermano nei nostri affetti".
I decori all’ingresso di casa, o sulle finestre, aiutano anche il buon vicinato, sono una congiunzione nei rapporti sociali, diventano occasione di discorsi e di confronti. "Durante il periodo pandemico abbiamo comunicato con messaggi di speranza affissi alle finestre, utilizzando una usanza prettamente natalizia. Si instaurò uno spirito di solidarietà e colleganza con i vicini. Quindi sembra quasi che il Natale, nella sua dimensione emotiva ed espressiva, sia un format che possa essere utilizzato anche in altri momenti".
Per i più svariati e comprensibili motivi il Natale non è vissuto da tutti allo stesso modo, e non va inteso come una sollecitazione a dover obbligatoriamente essere felici. Pare, tuttavia, che dedicarsi alla cura minuziosa degli addobbi possa offrire un metodo di compensazione, e di piccolo riscatto emotivo. Ad ogni modo – chiosa il prof. Maturo - "se solo ci fosse un po’ di silenzio, per citare Federico Fellini, per qualche minuto, per riflettere se i più fortunati possono fare qualcosa anche per chi lo è meno". Un silenzio pausa che serva da rincorsa per qualcosa di buono.