La pena minima a livello sportivo per i casi di razzismo è prevista in dieci giornate di squalifica. Spulciando un po’ la casistica per fatti avvenuti in campo a livello nazionale commessi da atleti va ricordata, in seguito a decisione del Tribunale federale nazionale e del giudice sportivo (su richiesta della Procura federale), la squalifica del 12 maggio 2021 per dieci turni all’attaccante del Padova Claudio Santini. L’ex riminese venne infatti sanzionato per insulti razzisti rivolti durante il match di serie C del 17 gennaio precedente tra la Sambenedettese e il suo Padova nei confronti del centrocampista ghanese Shaka Mawuli che adesso milita nell’Arezzo in serie C, mentre la scorsa stagione era nel Sudtirol in B. Caso simile la sentenza pronunciata dalla Corte d’Appello Figc il 7 maggio 2021 che, dopo la decisione in primo grado del Tribunale federale e l’impugnazione da parte della Procura, condannò a uno stop, sempre di 10 partite, l’attaccante del Pisa Michele Marconi per la frase "la rivolta degli schiavi" nei confronti del centrocampista nigeriano Joel Obi (ora alla Vis Pesaro) durante la gara tra i nerazzurri toscani e il Chievo del 2 dicembre 2020. Va ricordato anche che nel marzo scorso al difensore dell’Inter Francesco Acerbi venne revocata la convocazione nella nazionale di mister Spalletti (in vista di due amichevoli negli Stati Uniti) per un presunto insulto "sei solo un negro" durante il match di serie A tra l’Inter e il Napoli nei confronti del difensore brasiliano Juan Jesus. Il difensore interista non venne poi squalificato, infatti non furono raccolte prove sufficienti. Va anche sottolineato che a livello mondiale, la Fifa nel maggio scorso, durante il congresso di Bangkok, ha rafforzato le sanzioni contro il razzismo con un nuovo codice che ha debuttato in occasione del mondiale Under 20 a livello femminile. Il gesto standard globale è rappresentato dalle braccia incrociate all’altezza dei polsi a formare così una x: quando scatta tale richiesta da parte di un giocatore il direttore di gara mette in pausa il match, valuta la situazione e può arrivare anche alla decisione di interrompere definitivamente la partita. Quello adottato nei confronti di Curto, dovrebbe essere il primo caso in cui si è espressa la Fifa. Purtroppo, numerose, invece, le offese, i cori e gli striscioni da parte dei tifosi nei confronti degli atleti: è sufficiente ricordare tra i tanti casi quelli del portiere del Milan Mike Maignan nel match contro l’Udinese o una ventina di anni prima a San Siro nei confronti del terzino ivoriano del Messina Marco Andrè Zoro durante la gara contro l’Inter.
CronacaDa Acerbi a Santini. I casi di razzismo