Marco Curto ha terminato le ore di servizio sociale, come da prescizione della Fifa. Il difensore le ha prestate presso l’ufficio stranieri del Comune di Cesena e, ieri, al termine del percorso ha portato a visitare lo stadio Orogel Dino Manuzzi i ragazzi che lo hanno accompagnato in questa esperienza. Così, con quella di domani contro il Cittadella, gara che il difensore dovrà saltare, Curto avrà scontato tutto quanto o quasi la Commissione disciplinare della Fifa gli ha comminato per ’comportamento discriminatorio’ ai danni del calciatore sudcoreano Hee-Chan Hwang per l’ormai nota frase "si sente Jackie Chan". L’episodio risale all’estate scorsa quando Curto, ancora con il Como, titolare del calciatore (a Cesena è in prestito), aveva preso parte ad un’amichevole con i Wolverhampton a Marbella. Restano comunque sospese le altre 5 delle 10 giornate di squalifica comminate dalla Fifa. C’è un ricorso pendente al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna, terzo ed ultimo grado di giudizio (la commissione d’appello della Fifa in secondo grado lo ha già rigettato) che non ha concesso la sospensiva richiesta dal giocatore e dal Cesena tramite l’avvocato Luca Smacchia, e che non ha ancora fissato un’udienza. E non lo farà prima della prossima settimana e forse anche più in là. Curto ha pagato e sta pagando chiaramente una questione tutta politica, un eccesso del politicamente corretto, poichè non c’è nulla di razziale nella frase pronunciata dal calciatore e la speranza – a questo punto residua – è che, scontato tutto, venga almeno sollevato da questa accusa. Poi c’è la questione tra Cesena e Como con il club bianconero che può chiedere un risarcimento dei danni. E pare che i due club abbiano già trovato un accordo in tal senso.
s. v.