Cesena, 14 febbraio 2021 - Usare la tecnologia per aiutarci a riaprire le attività sociali in sicurezza, nonostante il Coronavirus. A lavorarci è un gruppo di cesenati, unica squadra italiana arrivata in finale alla prestigiosa competizione internazionale denominata ‘Pandemic response challenge’ (letteralmente, ‘sfida per una risposta alla pandemia’), capitanata da un docente di Bioingegneria del Campus universitario di Cesena, Stefano Diciotti. ‘Bologna against Covid’ (Bologna contro il Covid): questo il nome del team multidipartimentale – interamente composto da giovani ricercatori e dottorandi dell’Alma Mater – che ha fronteggiato l’agguerrita concorrenza di più di cento semifinalisti, provenienti da ogni parte del mondo.
Sostenuta da multinazionali come Intel e da organizzazioni del calibro dell’Università di Oxford e la città di Los Angeles, la competizione premia le idee che, basandosi sull’intelligenza artificiale, siano in grado di realizzare quel sogno che tutti accarezziamo, ormai, da oltre un anno: la riapertura in sicurezza delle attività sociali e la riduzione del rischio di diffusione del coronavirus.
Il manipolo di cervelloni guidato dal prof. Diciotti ha risposto alla difficile sfida sviluppando strumenti di machine learning (letteralmente, ‘apprendimento automatico da parte di macchine intelligenti’), capaci di prevedere il numero delle infezioni giornaliere da Covid-19 e prescrivere piani di intervento mirati a ridurre al minimo il numero di contagi.
Il team dell’Alma Mater, inoltre, ha analizzato i programmi di intervento messi a punto, fin dall’inizio dell’emergenza, in Emilia- Romagna, affinché anche il sistema sanitario regionale possa, in futuro, usufruire di tali innovazioni. In caso di vincita della competizione, il premio messo in palio è di 500.000 dollari.
Il team che partecipa alla competizione sta lavorando, inoltre, a un importante progetto coordinato da Lorenzo Chiari, anch’egli docente di Bioingegneria al Campus cesenate ed esperto di nuove tecnologie per la tutela della salute. Chiari ha predisposto infatti i modelli di previsione dell’andamento locale dell’epidemia: questi ultimi supportano le strategie adottate dall’unità di crisi dell’Ausl di Bologna per fronteggiare l’emergenza.