REDAZIONE CESENA

Una ‘Cosmografia biblica’: “Ho trascritto sul papiro tutte le Sacre Scritture”

L’artista cesenate Gianluca Bosi ha impiegato tre anni per realizzare il più grande calligramma del mondo: sarà esposto nella chiesa di San Zenone fino al 26 gennaio

Gianluca Bosi nella chiesa di San Zenone

Gianluca Bosi nella chiesa di San Zenone

Cesena, 8 gennaio 2025 – Ha debuttato a fine novembre a Cesena, nella settecentesca Chiesa di San Zenone, l’imponente opera di Gianluca Bosi “Cosmografia biblica”, ad oggi il calligramma più grande del mondo (9 metri x 1,5) realizzato trascrivendo integralmente il testo in latino della Bibbia con pennarelli calligrafici molto fini di differenti colori, con punta a pennello, che aggiungono significato specifico ai diversi temi attraversati dalle Sacre Scritture. L’opera, dall’andamento spiraliforme, è il risultato del processo meditativo dell’autore Gianluca Bosi, durato tre anni, punto di fusione tra fede religiosa e arte, all’interno del quale la Parola si espande diventando immagine: un lavoro monastico e certosino capace di stupire e interrogare, dove la Scrittura è impressa nel tessuto di fogli di papiro, uniti fra loro, per potere entrare nella carne e nella vita di chi la contempla celebrando il mistero di Cristo, unico filo rosso che unisce la Creazione alla Risurrezione. Questi due poli, rappresentati da due circonferenze, si trovano ai lati opposti dell’immagine: a partire da essi si susseguono in sequenza i libri delle Sacre Scritture, raccolti ciascuno all’interno di semi-circonferenze concentriche: dal polo della Creazione i libri del Primo Testamento, partendo da Genesi e seguendo la disposizione canonica; mentre dall’estremità opposta sono emanati i testi del Nuovo Testamento. Nella parte medio-alta si incontrano poi, abbracciandosi, gli ultimi libri dei due Testamenti. Visto nel suo complesso, il calligramma tratteggia la figura stilizzata di una cupola, nello sfondo della quale sono disposti i 150 salmi, intorno al simbolo della Croce, come scie stellari che ruotano intorno alla loro Stella Polare.

Un dettaglio dell’opera
Un dettaglio dell’opera

La prima ispirazione è giunta nell’osservare alcune cosmografie medievali dantesche, per poi immaginare una possibile rappresentazione del ‘cosmo spirituale’ biblico – ha affermato Gianluca Bosi – Tutto nasce per quella Parola di Vita. Se ho deciso di realizzare un calligramma del testo delle Scritture è perché credo che questa Parola sia distinta da ogni altra al mondo: l’unica Parola viva e vivificante, che incontrai per la prima volta nella persona di Gesù, quasi dieci anni fa, in una notte d’estate. Quest’operaè forse anche un grido: dovevo dire il mio desiderio di Dio, il mio amore per Lui”, ha continuato l’autore. “Senza altro messaggio da consegnare se non la testimonianza di come la Parola ha cambiato radicalmente la mia vita e di come continua a farlo, abbeverandomi abbondantemente alla sua fonte inesauribile”.

Bosi si è dedicato a questo componimento dopo due anni di monastero entrando in un successivo triennio di deserto nel quale l’ha realizzata, “non smettendo mai di incontrare la persona di Gesù, Parola del Padre, portando nella materia una reliquia, l’impronta di un incontro, di una Pasqua: quella che ho vissuto fino a che sono riuscito a rialzarmi per abitare una nuova luce”, ha aggiunto. In mezzo ai brani in lingua latina compaiono versetti in italiano, inseriti per potere pregare con essi più facilmente, con una grafia che è cambiata nel tempo. “Non ero solo io a impormi sull’opera, dandole una forma, ma accadeva anche l’opposto: l’opera mi trasformava giorno dopo giorno, obbligandomi a proseguire il lavoro secondo un criterio non soltanto mio, spinto incessantemente ad entrare in relazione con quella Parola che mi ispirava, mi sfiniva, mi sfidava, interrogava e sempre mi abitava” ha argomentato Bosi. L’opera rimarrà esposta nella Chiesa di San Zenone fino al 26 gennaio.