E’ stata ribaltata dalla corte d’appello di Bologna la sentenza con la quale nel 2016 quattro veterinari dell’Ausl che operavano all’interno dello stabilimento Amadori di San Vittore erano stati condannati con rito abbreviato dal giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Forlì Monica Galassi: le pene comminate per il reato di falso ideologico (falsità compiuta da pubblico ufficiale) riguardavano Pasquale Gaspari, 67 anni, di Forlimpopoli (un anno di reclusione); Giovanni Dell’Orfano, 56 anni, di Cesena (dieci mesi); Andrea Ambrosini, 64 anni, di Mercato Saraceno, e Antonella Nisi, 61 anni, di Cesena (per entrambi 5 mesi e 12 giorni, convertiti in 40.500 euro di pena pecuniaria). Tutte le pene erano coperte dalla sospensione condizionale.
In secondo grado, a poche settimane dalla prescrizione dei reati, ha prevalso la tesi degli avvocati difensori (Riccardo Luzi per Pasquale Gaspari e Andrea Ambrosini, Marco Martines per Antonella Nisi, Lumeno dell’Orfano per il fratello Giovanni) e la sentenza è stata di assoluzione piena ‘perché il fatto non sussiste’.
I quattro imputati, completamente riabilitati, erano accusati di aver compiuto irregolarità nei controlli effettuati all’interno dello stabilimento Avicoop di San Vittore di Cesena (Gruppo Amadori) durante i turni di servizio che coprivano tutto l’arco delle 24 ore giornaliere. Sarà interessante vedere su quali basi i giudici d’appello hanno ribaltato da sentenza di primo grado, ma sarà necessario attendere 90 giorni, il termine massimo per il deposito delle motivazioni, il che evidenzia la complessità del processo.
I fattI vennero alla luce nel 2014 quando i carabinieri del Nucleo Anti Sofisticazioni di Bologna, dopo aver riscontrato la presenza di salmonella in alcune confezioni di carni crude prelevate nei supermercati, aprirono un’indagine sui controlli effettuati negli stabilimenti Amadori di San Vittore di Cesena, riscontrando quelle che, secondo la denuncia, erano numerose irregolarità.