Confcooperative, è nata l’unione romagnola

L’assemblea dei delegati ha nominato presidente Mauro Neri. Al ruolo di segretario generale è candidato l’ex direttore Mirco Coriaci

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Confcooperative Romagna è realtà. La nuova Unione territoriale nasce dalla fusione di Confcooperative Forlì-Cesena e Confcooperative Ravenna-Rimini ed è il risultato di un percorso di avvicinamento durato alcuni anni. A presiedere il nuovo organismo romagnolo è stato chiamato Mauro Neri, già presidente di Forlì-Cesena, affiancato da tre vicepresidenti, nominati dal nuovo Consiglio; a questo ruolo sono candidati Luca Bracci, vicario (già Presidente di Confcooperative Ravenna-Rimini), Pierangelo Laghi e Antonio Buzzi.

Direttore generale della nuova Unione territoriale è Andrea Pazzi, già direttore di Confcooperative Ravenna-Rimini. Al ruolo di Segretario generale, che verrà nominato dal Consiglio territoriale in occasione della sua prima convocazione, è candidato Mirco Coriaci, già direttore di Confcooperative Forlì-Cesena. La neo costituita Confcooperative Romagna è una delle Unioni più rappresentative a livello Regionale e Nazionale. Associa 640 cooperative che operano nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini offrendo loro rappresentanza politico-sindacale, e servizi attraverso i centri servizi Ce.se.co. e Linker Ravenna-Rimini. Fanno riferimento alle cooperative associate un totale di 160.000 soci, 39.000 occupati, di cui 20.000 donne, e un fatturato aggregato che sfiora i 7 miliardi di euro.

"Oggi assistiamo a un evento storico che rimarrà negli annali di Confcooperative e nella storia associativa ed economica della Romagna - ha dichiarato il neo presidente Mauro Neri - si uniscono nel “progetto Romagna” Unioni territoriali con 70 anni di storia e lo fanno progettando sviluppo e crescita a vantaggio delle cooperative associate e di tutto il territorio della Romagna. Siamo orgogliosi di costituire una Unione forte e autorevole a livello Nazionale, radicata nel territorio, vicina ai cooperatori. Siamo consapevoli di farlo in un momento particolarmente difficile, da affrontare con politiche condivise, col contributo delle parti sociali e dei territori, della politica e delle istituzioni, in un’ottica che vada oltre i campanili".