PAOLO MORELLI
Cronaca

Comune moroso per una frana sull’azienda: incubo pignoramento

L’amministrazione di Mercato Saraceno, nel Cesenate, deve saldare un debito di oltre 50mila euro per i danni un allevamento avicolo

Mercato Saraceno (Cesena), 1 novembre 2023 – Cè una nube molto scura sopra il tetto del Comune di Mercato Saraceno: due anni e mezzo fa, nell’aprile 2021, l’ente pubblico guidato da Monica Rossi fu condannato dalla Corte d’appello di Bologna a pagare quasi 180.000 euro per i danni che una frana aveva causato a un allevamento avicolo che si trova nel territorio comunale.

La rupe di Montesasso e l’allevamento inagibile per i danni subiti
La rupe di Montesasso e l’allevamento inagibile per i danni subiti

Parte dello somma, 125.000 euro, fu pagata dalle Assicurazioni Generali con le quali il Comune aveva stipulato una polizza, ma la parte restante, circa 45.000 euro, era di competenza del Comune e non è stata pagata, per cui oggi c’è da saldare un debito di oltre 50.000 euro.

A distanza di un anno e mezzo i proprietari dell’allevamento, Marco e Gabriele Faeti, con il loro avvocato Stefano Spinelli, hanno depositato un atto di precetto; il Comune si è opposto all’atto, ma il giudice ha confermato la sua esecutività, per cui nelle prossime settimane ci sarà un pignoramento della somma dovuta presso la tesoreria del Comune.

L’inizio della vicenda risale al 2001, quando si verificarono i primi eventi franosi della Rupe di Montesasso che danneggiarono il capannone agricolo adibito ad allevamento di polli di proprietà dell’azienda agricola Faeti Marco e Gabriele. Altre frane si verificarono negli anni successivi, soprattutto nel 2005, 2010, 2014 e 2015, rendendo parzialmente inutilizzabile l’allevamento e causando quindi un grave danno economico all’azienda agricola.

I proprietari dell’azienda agricola sostenevano che l’Amministrazione comunale non era intervenuta per risolvere la situazione di pericolo che caratterizzava la Rupe di Montesasso, adiacente al capannone agricolo, venendo così meno ai suoi obblighi di custode del territorio. In effetti la situazione di pericolo era stata oggetto di una serie di ordinanze firmate dai sindaci che si erano succeduti a partire dal 1981, nelle quali veniva intimato ai proprietari dei terreni a monte della rupe di provvedere alla regimazione delle acque, chiarendo che l’inottemperanza dei privati avrebbe comportato l’esecuzione dei lavori da parte del Comune, ma a spese dei proprietari dei terreni. In realtà i lavori non furono eseguiti né dai proprietari, né dal Comune che, anzi, nel 2015 emise un’ordinanza dichiarando inagibile l’allevamento che, da allora, è bloccato. In questi otto anni, però, nessuna opera per mettere in sicurezza la frana è stata fatta.

Nel processo di primo grado, concluso nel 2017, il Tribunale di Forlì respinse la domanda di risarcimento nonostante un consulente tecnico d’ufficio avesse riconosciuto che le frane erano state causate dalla morfologia del terreno aggravata dalla mancata esecuzione della regimazione delle acque meteoriche nei terreni soprastante la Rupe.

In appello la sentenza è stata ribaltata: i giudici bolognesi hanno accolto parzialmente la richiesta dei proprietari dell’allevamento di essere risarciti per la mancata produzione dell’allevamento avicolo, a partire dal 2001, per 1,7 milioni di euro, condannando il Comune a pagare 147.000 euro per risarcimento danni e 30.000 euro per le spese legali. Ora si attende la Cassazione, alla quale ha fatto ricorso solo il Comune.

“Noi abbiamo espresso più volte — dice Marco Faeti — la volontà di trovare una soluzione al problema che ci impedisce di svolgere il nostro lavoro, magari proteggendo la frana con reti contenitrici come è stato fatto a Cesena in via Del Tunnel, oppure spostando l’allevamento da da qualche altra parte, ma fino a ora non è stato possibile".

Nei giorni scorsi l’azienda ha chiesto di revocare l’inagibilità del capannone, ma la domanda è stata respinta. Però successivamente l’Amministrazione comunale ha invitato a un incontro i proprietari dell’allevamento: potrebbe essere prossimo il disgelo.