
Dario Pasolini e la madre
Savignano (Cesena), 19 giugno 2016 - Era quasi cieco, viene operato e dopo sei anni riesce a rivedere la madre.
E’ commosso ma talmente felice che non sa da dove iniziare nel raccontare la sua vicenda, Dario Pasolini, 71 anni, di Savignano che è stato sottoposto all’intervento nell’ospedale di Cattolica dove esegue una serie di operazioni (oltre che negli altri ospedali del Rimenese), l’Unità di Oculistica guidata da Luca Cappuccini.
Quale patologia lo aveva colpito, signor Dario?
«Una maculopatia degenerativa: ormai vedevo solo ombre confuse. Pensi che i numeri di telefono li doveva fare mia madre che ha 93 anni. Lei e mio fratello non li vedevo più, ma non uscivo nemmeno più di casa: vedevo solo macchie. Io sono religioso e andavo a messa, ma lo stesso parrocco mi aveva detto di stare a casa e ascoltare la messa in televisione perché rischiavo di essere investito dalle auto: non ne vedevo nemmeno più la sagoma. Sbattevo da tutte le parti».
Poi c’è stata l’operazione a Cattolica.
«Sì, poche settimane fa. E’ stata la dottoressa Valentina Della Pasqua a eseguire l’intervento che voglio ringraziare tantissimo perché è stata un’emozione grandissima riuscire a rivedere mia madre che ha 93 anni: non la vedevo più da sei anni. Sia chiaro: non è che ho riacquistato la vista completamente, tanto che deve essere operato anche l’altro occhio alla fine di luglio, ma io mi accontento, perché prima era il nulla».
Un’altra cosa che ricorda con particolare emozione?
«Ho rivisto me stesso allo specchio: anch’io non mi vedevo da sei anni».
E come si è trovato?
«Beh, un po’ più invecchiato. Ma non fa niente. Io cosa mi sento di re: le malattie sono tutte brutte, ma il fatto di non vedere praticamente nulla credo sia decisamente una delle peggiori. Ogni tanto mi metto a piangere perché ogni cosa che vedo mi sembra nuova e mi emoziono».
Che cosa ha ripreso a fare non appena ha potuto vedere meglio?
«Tutte quelle piccole cose che si danno per scontate: per esempio cambiare canale con il telecomando. Mi sono accorto che c’erano dei tasti azzurri. E chi li aveva mai visti? Poi ho ricominciato a cucinare: prima si doveva arrangiare solo mio fratello, adesso posso essere di aiuto anch’io».