A Savignano quinto e ultimo appuntamento al Moderno per la rassegna ’Educare per costruire’. Relatore è stato don Massimo Vacchetti che ha trattato il tema ’Per educare occorre un villaggio’. Don Vacchetti è coordinatore della pastorale dello sport, turismo e tempo libero della diocesi di Bologna, e dal 2018 presidente della fondazione di Villa Pallavicini che gestisce, tra le altre, il ’Villaggio della speranza’, centro residenziale per famiglie in difficoltà economiche. La rassegna ha ricevuto il sostegno del Comune che ha destinato al progetto un contributo di 2.000 euro.
"Questa sera entrando ho incontrato il vostro vicesindaco Nicola Dellapasqua - ha esordito don Vacchetti - e mi sono fermato a parlare un po’ con lui. Mi ha colpito una sua frase: ’Fare politica è il tentativo di non lasciare solo nessuno’. Posso dire che le parrocchie non sono più il luogo di incontro di Dio e forse è quello il posto dove non si incontra Dio. Qui sono cambiati tutti i fattori e papa Francesco dice che è in atto un cambiamento d’epoca e sta cambiando anche la storia della chiesa. I Comuni si uniscono, le banche si fondono e tutto sta cambaindo. Cosa sarà non lo sappiamo. Però nessuno di noi desidera stare solo. Oggi la disgregazione delle famiglie ha frantumato tutto. Il 70% degli appartamenti è composto da una persona sola. Nel villaggio abbiamo 130 appartamenti quasi tutti al piano terra, con portici che li legano l’uno all’altro e le persone si incontrano e non sono sole. Le badanti tolgono solitudine alle persone, ma non sempre le persone con loro possono sentirsi amate. Oggi ci sono parroci che hanno sei-sette parrocchie. Qui a Savignano avete tre parroci. Fra qualche anno ce ne sarà uno solo o nessuno".
Don Massimo Vacchetti si occupa di sport a Villa Pallavicini creata da don Giulio negli anni ‘80: "Arriverà anche il tempo in cui sarà difficile creare squadre di giovani delle stessa età per la crescente denatalità. In Italia il ceto medio sta franando e aumentano i poveri. C’è un desertificazione relazionale nelle famiglie, il lavoro ha preso una parte dello spazio di casa. Abbiamo molte più relazioni, ma poco curate. Quanta solitudine c’è oggi, quanta povertà d’amore regna oggi. E allora cosa ci può salvare? La compagnia".