Cesena, 23 luglio 2019 - Si terranno mercoledì pomeriggio in Duomo i funerali di Christiano Rigoni, diciassette anni tra meno di un mese, che domenica mattina è stato travolto e ucciso da un’auto mentre si trovava fermo in sella alla sua moto in via del Confine, a Montaletto (foto). La partenza del corteo funebre del ragazzo è prevista per le ore 15 dalla camera mortuaria dell’ospedale Bufalini e per lui sono attesi tantissimi tra i suoi amici e compagni di scuola.
Procedono intanto, le indagini per acclarare la dinamica esatta di quel pochi minuti in cui la vita di Christiano è volata via. Il ragazzo si trovava in sella alla sua moto, fermo in prossimità dell’incrocio con via Visdomina, in comune di Cervia, quando una Mercedes Classe A guidata da un ragazzo di Savignano neppure ventenne l’ha travolto. Ieri la polizia stradale di Forlì, che ha effettuato i rilievi, a trasmesso in procura a Ravenna l’ipotesi di accusa per omicidio stradale colposo, reato che prevede una pena dai 2 ai 7 anni, con il ritiro della patente che può essere decisa dal prefetto o dal magistrato una volta concluso il processo.
Sarà lo studio dell’avvocato Roberto Landi di Savignano a difendere il ragazzo, che ieri ha incontrato dopo aver prima incontrato i suoi genitori. L’incidente, accaduto poco prima, ha visto sulla tragica scena Christiano in sella alla sua moto che si era fermato per girare a sinistra, e alle spalle un’auto Mercedes Classe A, che procedeva nello stesso suo senso di marcia, alla cui guida c’era il ventenne di Savignano sul Rubicone e che è piombato addosso al quasi coetaneo.
L’impatto è stato terribile e il sedicenne è deceduto sul colpo. In questo modo la prima ricostruzione dei fatti è a danno del ventenne savignanese, che però è risultato negativo ai controlli antialcol. Verranno ora effettuate altre analisi. Saranno poi gli atti prodotti dalla Stradale e il racconto del ventenne a stabilire il tutto in sede processuale.
La madre di Christiano: "Mio figlio era un puro"
Il dolore di Fabiola Zavalloni, madre di Christiano, è forte ma contenuto, sa di doversi mostrare solida per gli altri due figli. La sua voce è calma e nel lutto che da ore la attanaglia, lasciandosi andare al ricordo confida quello che direbbe ogni madre al posto suo: «Non era ancora l’ora per mio figlio».
Che ragazzo era suo figlio Christiano? «Semplice, generoso, puro, con dei buoni principi. Tutti ne conservano un bel ricordo. Stiamo ricevendo in queste ore tante chiamate e messaggi da parte di chi l’ha conosciuto, era veramente amato».
Le foto sui social mostrano un ragazzo dalla vita sociale attiva, piena di legami. «Sì, aveva molti amici, ma intimi pochi. A Christiano piaceva avere una vita tranquilla, ad esempio non è mai stato un tipo da discoteca».
Che lavoro voleva fare da grande? «Frequentava l’istituto Versari-Macrelli indirizzo socio sanitario e a settembre avrebbe iniziato il terzo anno perché voleva diventare Oss».
Cosa gli piaceva di quel mestiere? «Poter aiutare gli altri. Ha sempre avuto una spiccata sensibilità ed empatia. Lo scorso anno aveva anche fatto lo stage nell’associazione di volontariato Auser, che colgo l’occasione di ringraziare. Si era trovato molto bene e anche chi ha lavorato con lui diceva lo stesso».
Da quanto tempo aveva la moto? «Da poco, appena due mesi, ma nell’usarla era molto ligio, non era uno scapestrato. Era un amante delle regole e della giustizia, non l’ha mai guidata in modo improprio».
Ha saputo qualcosa in più sulla dinamica dell’incidente? «Ci hanno detto che è stato investito da un’auto che stava terminando un sorpasso mentre era in procinto di arrivare all’incrocio. Mio figlio era fermo per dare la precedenza e stava per svoltare a sinistra, in via Visdomina. Il parabrezza della Mercedes che lo ha colpito si è completamente disintegrato dalla botta che ha dato alla moto, che è stata scaraventata di una ventina di metri di distanza».
Come sta affrontando il dolore di questi momenti? «Ancora né io né mio marito ci rendiamo perfettamente conto di quello che ci è successo, e nemmeno Filippo, nostro figlio minore. Ha soli 9 anni ed ha perso un punto di riferimento importante: il fratello che cercava sempre e che faceva da collante con quello più grande, che ha vent’anni. Un giorno capirà questo vuoto immenso, e noi con lui».