Cesena, 26 febbraio 2016 – I volontari dell’associazione Penelope (che riunisce familiari di persone scomparse) sono promotori di una raccolta di firme intitolata “Diamo un nome ai cadaveri non identificati” e saranno presenti presso la sede di Assiprov di Cesena in via Serraglio 18, giovedì 3 marzo dalle 15 alle 17, anche per illustrare quali siano gli impedimenti di legge che non consentono di identificare migliaia di cadaveri che giacciono in celle frigorifere degli obitori italiani. La propria firma di sostegno all’iniziativa può essere depositata tutti i giorni, fino alla fine di marzo, sia presso la sede di Cesena che quella di Forlì (Viale Roma 124). Il Presidente di Assiprov Leonardo Belli, dichiara: “sottoscrivere la petizione è un’azione di civiltà, di diritti che devono essere garantiti a tutti i cittadini. Non dimentichiamo che anche nella nostra Provincia ci sono famiglie che sono ancora in attesa, dopo decenni, di sapere che fine abbiano fatto i loro congiunti”.
Dall’informativa trasmessa da Penelope Italia si possono rilevare dati sconcertanti: nel nostro Paese ci sono 1.421 cadaveri non identificati conservati nelle celle frigo degli istituti di medicina legale e negli obitori. A questi ne vanno aggiunti altri 2.000 sepolti nei cimiteri e sulla cui croce c’è scritto anonimo o sconosciuto. Le famiglie chiedono di poter depositare il proprio Dna perché venga comparato con quello dei cadaveri non identificati e denunciano di non aver mai potuto conoscere fisionomia o dettagli utili al riconoscimento per motivi di privacy. Ma un paese civile non può approvare la sepoltura dei cadaveri senza nome, perché significa violare il diritto all’identità.
Raffaella Candoli