PRIMA ‘reale’ udienza ieri in tribunale a Forlì per il caso Sapro, la ‘Società per lo sviluppo delle attività produttive della provincia di Forlì-Cesena’, consorzio pubblico fondato nel ’95 con l’obiettivo di acquistare terreni da privati per poterli poi valorizzare a beneficio della collettività tramutandole in aree attrezzate, industriali e artigianali; la compagnia è stata dichiarata fallita dal tribunale di Forlì il 30 novembre 2010 sotto il peso dichiarato di 110 milioni di debiti. Sono 22 gli imputati, tutti ex dirigenti di Sapro, il cui capitale era tutto pubblico: i soci di maggioranza erano i comuni di Forlì e Cesena, con a testa, il 33% delle quote; la Provincia, che aveva in portafoglio il 16%, e Camera di Commercio (col 5,99% delle quote). I comuni di Forlimpopoli e Bertinoro, avevano il 6 % ciascuno. Galeata e Santa Sofia detenevano quote residuali: 0,0001 e 0,0002%. I 22 imputati sono accusati a vario titolo egrado di bancarotta fraudolenta patrimoniale per dissipazione e distrazione, ricorso abusivo al credito e false comunicazioni sociali.
GLI IMPUTATI sono Bruno Lama, ex direttore generale di Sapro, comandante in capo della struttura fino al dicembre 2008, quando viene licenziato in tronco; Alessandro Alberani (imprenditore di Forlì), Luigi Barilari (ex vicepresidente di Sapro), Leonardo Belli (ex assessore di Cesena), Gabriele Borghetti (componente del cda della società e consigliere provinciale del Pd); e poi Ilde Buratti, Giorgio Contarini (revisore dei conti), Giuseppe Corzani (Confartigianato), Vittorio Croci (imprenditore di Bertinoro ed ex presidente di Sapro), Franco Farabegoli, Elvio Galassi (ex assessore comunale ai lavori pubblici a Forlì), Lorenzo Gasperoni (ex assessore cesenate), Daniele Mambelli (ex presidente), Dino Ragazzini (imprenditore), Valter Rusticali (Agci: Associazione generale cooperative italiane), Nazario Venzi (cda), Ubaldo Versari (Cna), Romeo Zanzani, Silvia Romboli (revisore del Comune di Cesena), Silvano Tomidei, Widmer Spadoni e Giorgio Paradisi (questi ultimi tre ai vertici della Querzoli). L’udienza è stata ieri aggiornata al 16 maggio. Seduta successiva, 26 settembre. La prima udienza, il 14 settembre del 2015, s’era risolta in un lungo elenco di questioni preliminari, tra cui la richiesta delle difese di depenalizzare parte del reato di bancarotta. Istanza rigettata dal tribunale collegiale, che la rivaluterà discussione terminata. Ieri è stato ascoltato un investigatore della Guardia di finanza di Forlì che ha condotto le indagini (pm Filippo Santangelo).