"Prestazione strepitosa. Due parole del direttore d’orchestra Mimmo Toscano incorniciano al meglio la gara che il Cesena ha vinto sul sintetico di Vercelli contro il Sestri Levante.
Vittoria non facile, Il Sestri ha dato filo da torcere alla capolista come successe al Manuzzi, quando impose il pareggio con doppio recupero dopo essere andato sotto due volte. Il Sestri è lo stesso, obiettivamente meritevole di altra posizione in classifica, e il Cesena è molto diverso rispetto a quello del girone di andata. Nessuno stecca, l’orchestra suona la sinfonia perfetta di chi ha forza mentale, fisica e tecnica spaventosa, molto superiore a tutte le altre, nessuna esclusa. Ormai persino i più incalliti prudenti a prescindere, presenti anche fra gli addetti ai lavori, devono arrendersi: questo Cesena si avvia a coronare un sogno, l’uscita dal girone infernale chiamato Lega Pro.
La Torres ha ricominciato a vincere, presto si arrenderà di fronte allo strapotere bianconero mentre le altre inseguitrici l’hanno già fatto. Inutile negare l’evidenza, Toscano si è trovato fra le mani il giocattolo perfetto che ha plasmato a sua immagine e somiglianza, aiutato nel compito da un manipolo di ragazzi impegnati a migliorarsi con regolarità. Il secondo tempo di Vercelli è stato semplicemente perfetto, stavolta è difficile trovare il migliore in campo perché tutti hanno meritato l’Oscar.
Questo Cesena è superiore a curve e stadi chiusi, agli orari di gioco assurdi, agli arbitraggi insufficienti, alla mancanza di rigori concessi a una capolista che passa gran parte dei match in area avversaria e i cui attaccanti sono spesso strattonati e atterrati (un solo penalty in 27 partite, a suo modo anche questo è un record). Insomma, più forte di tutto e di tutti.
I record saranno aggiornati di qui ad aprile, l’unico che si è chiuso a Vercelli è quello dell’imbattibilità di Pisseri, fermato a 801 minuti per colpa di una serie di errori, l’unica di tutta la gara, a cura di Donnarumma sul cross di Podda, di Adamo sul colpo di testa di Parlanti e di Prestia su quello definitivo di Forte. Un attimo di distrazione della difesa più forte del girone, due colpi di testa avversari nell’area piccola non devono esistere. Ma è il pelo nell’uovo, di lì è nata la reazione da capolista che ha portato il Cavalluccio a straripare. In tutto tre gol splendidi, non casuali, frutto di azioni da manuale, impostate e finalizzate dai solisti dell’orchestra, roba che a queste latitudini è raro vedere.
L’azione di De Rose che semina i liguri come birilli è da cineteca come anche il tocco di Shpendi in occasione del primo gol. Sugli altri due le capacità tecniche di Kargbo e Donnarumma confezionano miracoli balistici di chi sta bene di testa e di gambe. E così la capolista se ne va, forte in difesa, in attacco, con 21 vittorie su 27 match, con altre 6 vittorie consecutive e la voglia matta stavolta di arrivare a sette e di aggiornare così un altro record.