Un incrocio di destini quelli di William Viali e del Cesena che vedrà un ulteriore capitolo sabato quando il tecnico di Fiorenzuola arriverà al Manuzzi alla guida della Reggiana. Non il derby più sentito dalla Mare, ma comunque un derby con il suo carico di campanilismo, sfottò e punti pesanti per la classifica. Viali si siederà su quella panchina davanti alla quale ha stazionato per due anni e mezzo come tecnico del Cesena. Ha indossato la maglia bianconera anche come calciatore, senza particolare successo, né durata. Da allenatore, invece, ha lasciato il segno pur nelle sfortunate evenienze che hanno caratterizzato il ’suo’ periodo. Si, perché tra Covid, chiusure anticipate del campionato e mezzi economici non proprio rilevanti, il buon Viali non è stato fortunato. Capace comunque di mettere insieme un ottimo bottino di presenze, non lontano dal podio dei mister della storia bianconera. Li capeggia l’inarrivabile Castori coi suoi 237 timbri, seguito da Bisoli con 184, poi c’è Maciste Bolchi con 166 e infine Marchioro con 107. Poi c’è lui in testa a testa con Mimmo Toscano che lo batte per un’incollatura. William Viali è una persona di quelle che amano andare d’accordo con tutti, gemello perfetto di un’altra figura importante per la rinascita bianconera come Moreno Zebi, il ds che lo volle a Cesena.
La sfortuna maledetta, dicevamo. Quella che gli mise in mano una squadra malmessa, in caduta libera dopo gli sconquassi di Modesto. Lui riuscì a ridare a quel gruppo un senso di appartenenza che prima non esisteva e salvò un Cesena creato con pochi spiccioli. Era il gennaio 2020, ancora fresche le ferite ed il ricordo del fallimento. Poi arrivò il Covid, gli stadi vuoti, la
malinconia delle mascherine in conferenza stampa e negli spogliatoi, lo stop al campionato. Quando tutto si rimise in moto Viali riprese in mano la macchina che guidò per due buone stagioni, almeno fino ai playoff, persi con Matelica e Monopoli. La statistica parla di 86 gare alla guida del Cesena, tra campionato, Coppa Italia e playoff, riuscì a mettere insieme 37 vittorie, 27 pareggi e 22 sconfitte. Un bilancio dignitoso, visti i mezzi grami con cui si trovava a fare i conti in una serie C in cui erano altre formazioni a poter spendere tanto ed a costruire organici di ben altra levatura. A quei tempi c’erano anche i minutaggi che premiavano chi schierava i ragazzini e lui fu lungimirante con Berti e Shpendi. Si, proprio lui, il capocannoniere della serie B. Fu Viali a chiamarlo in campo al posto di un Caturano alla ricerca continua e vana di una forma passabile. E anche solo per questo William Viali merita un posto di riguardo nella galleria dei mister da applaudire, nonostante vesta oggi un’altra maglia.
Daniele Zandoli