ANDREA ALESSANDRINI
Cronaca

Cesena co-capoluogo. Associazioni di categoria a sostegno della riforma

Documento a favore dell’emendamento alla legge sulle province. Molti enti in campo, spiccano le defezioni di Confindustria e Confcooperative.

Cesena co-capoluogo. Associazioni di categoria a sostegno della riforma

Appello per Cesena co-capoluogo di provincia, scendono in campo unite le associazioni di categoria, ma non tutte, dopo che il sindaco di Cesena Enzo Lattuca ha sollevato l’istanza in consiglio comunale nei mesi scorsi, in seguito alla presentazione di un emendamento alla nuova legge sulla riorganizzazione delle province che sta facendo il suo iter in Parlamento in vista dell’approvazione.

L’emedamento prevede che la città di Cesena diventi co-capoluogo assieme a Forlì, al pari di altre città nelle medesime condizioni di non godimento del medesimo status e dei benefici detenuti dalla prima città della denominazione della provincia plurima. Si tratta di concreti vantaggi nella partecipazione ai bandi e anche all’acquisizione dei finanziamenti.

Le associazioni firmatarie sono Agci Emilia Romagna, Cgil Romagna, Cisl Romagna, Cna Forlì-Cesena, Confcommercio cesenate, Confartigianato Federimpresa Cesena, Confesercenti Ravenna-Cesena, Legacoop Romagna, Rete Pmi Romagna, Uil Cesena. Sono organizzazioni che fanno riferimento al territorio cesenate e di alcune articolate a livello provinciale o romagnolo, ma non di associazioni solo espressione del territorio forlivese. Tra le defezioni spiccano Confcooperative Romagna e Confindustria Romagna oltre a sigle delle imprese agricole.

"Cesena – recita il documento –è il secondo comune più popoloso d’Italia che non è capoluogo, il suo tessuto produttivo è paragonabile a Forlì, Rimini e Ravenna, con 17 delle 25 aziende più redditizie della Provincia. Ospita anche un importante polo fieristico, infrastrutture cruciali per la Regione e istituzioni di altro prestigio - affermano i copri intermedi firmatari dell’appello - che chiedono alle istruzioni e ai rappresentanti politici di ogni livello di sostenere attivamente l’adozione di questa importante decisione da parte del Parlamento italiano". "Elevare lo status di Cesena a capoluogo - specificano -non toglierebbe nulla alla città di Forlì, mentre invece offrirebbe a Cesena e al territorio circostante maggiori risorse e opportunità, portando beneficio a tutto il territorio provinciale".

"Nulla in contrario al fatto che Cesena goda delle stesse prerogative di Forlì- afferma il presidente di Confcooperative Romagna Mauro Neri - ma la nostra posizione, che trova altri vasti sostenitori, è che sia prioritario concentrarsi sull’obiettivo della provincia Romagna, nel momento in cui è al vaglio la legge parlamentare di ridefinizione delle Province che porterebbe anche tornare ad essere elettive e quindi a parte nostro gli sforzi unitari debbono concentrarsi su questa nuova istituzione per dare più peso, forza e rappresentatività alla Romagna".

Quanto a Confindustria Romagna ha definito una ‘stortura’ che alle province con denominazione plurima – non solo Forlì-Cesena ma anche Pesaro-Urbino e Massa-Carrara, venga assegnata alla città sopravvenuta poco più che un diritto di tribuna, aggiungendo tuttavia di voler "sfidare le forze politiche e sociali di questo territorio a confrontarsi su quella che riteniamo essere l’unica vera soluzione per garantire alla Romagna le condizioni per competere ad armi pari in Italia, in Europa e nel mondo: l’istituzione di una realtà amministrativa unitaria delle tre attuali province, la Città Romagna Metropolitana, dotata di tutti i poteri per governare unitariamente un territorio così importante per il Paese".