SARA SERVADEI
Cronaca

Centri per pazienti lievi "Assistenza migliore e Pronto soccorso non più intasato"

La rivoluzione nell'organizzazione della sanità promette di rendere più efficienti Pronto soccorso e assistenza ai pazienti. Verranno istituiti 12 Cau e 12 Uca in tutta la Romagna, con 363 assunzioni, e un nuovo numero di telefono (116117) per le cure non urgenti.

di Sara Servadei

I pazienti urgenti al Pronto soccorso, gli altri nei ’Cau’. La rivoluzione nell’organizzazione della sanità promette di rendere più efficienti sia i Pronto soccorso, che potranno concentrare le energie solo sui casi più gravi, sia l’assistenza ai pazienti meno a rischio. Ne abbiamo parlato con Tiziano Carradori, direttore generale dell’Ausl Romagna.

Carradori, l’ospedale chiama e il territorio risponde?

"I Cau cercano di potenziare il più possibile la risposta territoriale per fare in modo che si arrivi all’ospedale non perché non c’è la risposta territoriale, ma perché c’è bisogno dell’ospedale. In Pronto soccorso abbiamo una quantità indescrivibile di accessi che noi, da tecnici, definiamo ’impropri’: codici bianchi e molti dei codici verdi, ad esempio. Ed è perché non ci sono i servizi sul territorio".

Come è stata fatta la scelta di dove collocare i Cau?

"Si trovano quasi tutti fuori dai contesti ospedalieri, fatta eccezione per Ravenna, dove sarà al Cmp. Saranno realizzati nelle Case della salute già presenti o in via di realizzazione, come a Mercato Saraceno, dove sarà nell’ex ospedale e sarà attivato entro l’anno. A Cesena invece arriverà entro il 2025".

Oltre ai Cau ci saranno anche le Uca, che sono le unità assistenziali: di fatto l’assistenza a domicilio. Come saranno riorganizzate?

"I Cau saranno ad accesso diretto e alcuni saranno aperti 24 ore su 24, altri per 12 ore. Le Uca invece saranno composte da un medico e un infermiere. In prospettiva, avremo un Pronto soccorso molto più concentrato sulle urgenze. Questo beneficerà anche i piccoli centri. Prendiamo il caso di San Piero in Bagno: lì avremo un Cau che potrà contare su un’Uca e anche un mezzo medicalizzato".

Quante saranno le Uca?

"Saranno 12, collocate a Ravenna, Lugo, Faenza, Forlì, Meldola, Cesena, Rimini, Riccione, Santarcangelo assieme a Savignano. Le restanti tre sono interdistrettuali: Cervia e Cesenatico, Novafeltria e Mercato Saraceno, Santa Sofia con Bagno di Romagna e Verghereto".

Il piano prevede anche 363 assunzioni. Si sa già dove saranno collocate?

"Ci saranno 90 unità di personale nei Cau, e sono infermieri. A loro si vanno ad aggiungere 17 tecnici di radiologia, perché doteremo questi centri anche della diagnostica. Poi ci sono 119 infermieri di famiglia, 55 nelle centrali operative territoriali e 12 nelle Uca. Noi abbiamo 29 punti di guardia medica, lavorano esclusivamente la notte e i diurni festivi e prefestivi. Un domani avremo i nostri 21 Cau e le 12 Uca: sono di più".

Il personale medico, insomma, sarà quello della guardia medica.

"Consideri questo: la guardia medica lavora circa 259mila ore. E in tutte queste ore fa 12mila visite domiciliari, ovvero 1 ogni 17 ore, 22.800 visite ambulatoriali, ovvero 1 ogni 5 ore, e l’83% della loro attività consiste nel rispondere al telefono. Ecco, così non va: meritano di essere in una struttura adeguata, dotata di personale e tecnologie adeguate".

Dall’altro lato abbiamo il superlavoro dei Pronto soccorso. C’è una stima degli accessi definiti ’impropri’?

"Nei Pronto soccorso abbiamo tra i 400mila e i 500mila accessi all’anno, ovvero il 43% della popolazione dell’intera Romagna. Lei pensi che un quinto di questi si risolve con la sola visita del medico. Questo vuol dire che c’è qualcosa che porta i nostri concittadini a rivolgersi al Pronto soccorso perché la sanità territoriale non è ben organizzata".

Il sindacato Anaao Assomed fa notare che attualmente non è esplicitamente prevista la presenza degli specialisti nei Cau.

"La telemedicina consentirà di sfruttare da remoto le competenze specialistiche dell’ospedale: il paziente fa un elettrocardiogramma e lo legge il cardiologo dentro l’ospedale. In uno sviluppo futuro si dovrà abbattere la barriera tra ospedale e territorio, consentendo anche la libera circolazione di specialisti".

Al di là della sanità territoriale, uno dei problemi che spinge i pazienti a rivolgersi ai Pronto soccorso sono anche le lunghe attese per visite ed esami. Se i Cau rendirizzeranno i pazienti al Cup, il problema rimane.

"I Cau saranno dotati di tecnologie quali elettrocardiogramma, spirometria, esami di laboratorio e tecnici di radiologia. È ovvio che la difficoltà che abbiamo nel rispondere alla domanda specialistica in tempi opportuni graverà su tutto, finché non la risolviamo. Ma il tema è legato alla carenza di specialisti".

Sarà attivato anche un nuovo numero di telefono, il 116117, attivo h24 per le cure non urgenti. Come vi state organizzando?

"Ci sarà un’ulteriore centrale operativa a gestirlo, oltre a quella del 118. Risponderà a bisogni non solo sanitari e in alcuni casi orienterà le persone tra i servizi".