DANIELE ZANDOLI
Cronaca

Castori aspetta il Cesena: "E’ un cantiere aperto"

Lo storico ex tecnico bianconero suona la carica: "La cadetteria è dura ma qui si lavora bene, a partire dai giovani. I nuovi arrivati mi convincono".

Lo storico ex tecnico bianconero suona la carica: "La cadetteria è dura ma qui si lavora bene, a partire dai giovani. I nuovi arrivati mi convincono".

Lo storico ex tecnico bianconero suona la carica: "La cadetteria è dura ma qui si lavora bene, a partire dai giovani. I nuovi arrivati mi convincono".

"Posso cambiare il fisico, ma non la testa, anzi quella è migliorata".

Parole e musica di Fabrizio Castori, per distacco l’allenatore del Cesena più amato degli ultimi venti anni, cesenate d’adozione visto che ha la residenza e vive in città.

"D’accordo, gli anni sono passati, ma mi sento in piena forma, sono cresciuto. Ho acquisito esperienza, conoscenze, saggezza. Inoltre mi aiuta il mio staff di altissimo livello, composto da mio figlio Marco con Bocchini, Marolda e Pescosolido. Quando alleno loro mi alleggeriscono di molte incombenze".

A proposito, il tecnico è in attesa di una chiamata per migliorare il record personale. Sono 553 le panchine in serie B da allenatore in attività. Una vita.

"Esatto, una vita, mancano 19 gare e arrivo a Mazzetti. Al record però non ci penso, è una conseguenza e non un obiettivo. Voglio tornare in pista perché è il mio mondo, la mia vita, vivere fuori è una sofferenza, anche se continuo a seguire tutti i campionati, mi aggiorno, vedo tante partite"

Da grande conoscitore del campionato di serie B si sarà fatto un’idea di chi è favorito nella lotta per la serie A.

"Con ancora venti giorni di mercato è prematuro tracciare qualunque considerazione, le squadre possono ancora cambiare radicalmente. Posso dire che certe piazze proveranno a fare il salto, squadre come Sampdoria, Cremonese, Palermo su tutte, poi le 3 retrocesse dalla A puntano a un pronto rientro, altre si stanno rafforzando come Brescia e Bari. Non trascurerei il Cittadella perché Marchetti, il direttore sportivo veneto, sa lavorare molto bene con poche risorse".

Il Cesena?

"E’ in allestimento, non è ancora completo. Il giudizio è da rimandare alle prime gare di campionato perché come dico spesso il calcio di agosto e la Coppa Italia traggono in inganno, spesso sono bugiardi".

Conosce benissimo Mirko Antonucci.

"Fantasista, dotato di tanta qualità, è molto tecnico, rapido, un colpo eccellente".

Poi ci sono i giovani del vivaio, a cominciare dai magnifici 4 in mostra la scorsa stagione.

"Ragazzi molto validi, Shpendi è da serie A perché un attaccante si mette in mostra segnando gol a grappoli come ha fatto la scorsa stagione. Più difficile per un centrocampista o un terzino. Comunque la B è dura, difficile, c’è maggiore aggressività ed equilibrio. C’è tanta differenza fra serie C e B. In senso generale il vivaio del Cesena è da sempre garanzia di professionalità, sforna talenti a ripetizione, c’è grande competenza".

Dicono che il livello della cadetteria si sia alzato.

"Ci sarebbe da discutere, si è alzato fino a un certo punto. Ricordo che molte stagioni di B hanno avuto come protagoniste Juventus, Atalanta, Genoa, Napoli, Verona, Bologna. Penso che in quei periodi il livello fosse anche superiore all’attuale".

L’ultima sua esperienza sulla panchina del Cesena si concluse con una straordinaria ed insperata salvezza, poi arrivò il fallimento. Un peccato.

"Mi dispiacque immensamente perché quella salvezza fu un’impresa, ma soprattutto perché con quel gruppo si poteva aprire un ciclo molto intrigante. Il fallimento cancellò tutto".