Cesena, 20 aprile 2022 - "Riaprite le indagini sulla scomparsa di Cristina". Lo chiede ancora una volta la madre Marisa Golinucci, con un esposto depositato alla Procura di Forlì. Dopo la sparizione dela ragazza, che doveva recarsi al convento dei Cappuccini per incontrare padre Lino, 21 anni fa, il caso è stato chiuso e riaperto varie volte in 30 anni di indagini. Adesso una nuova trascrizione di una intercettazione tra il religioso, morto nel 2006 ed Emanuel Boke, ragazzo ospite del convento sospettato in passato di essere responsabile della scomparsa, ipotesi sempre scartata, è l’elemento di novità che fonda l’istanza della madre Marisa, fondatrice dell’associazione Penelope in Emilia-Romagna, che riunisce familiari e amici delle persone scomparse.
Ad annunciare l’esposto è l’avvocata Barbara Iannuccelli, che assiste la donna, con l’associazione. Secondo la legale la trascrizione fatta dal professor Giampiero Benedetti con Inforlab di Bologna fa crollare l’alibi di Boke. "Ma tu non sei mica andato in convento", la frase pronunciata il 12 dicembre 1995 da frate Lino rivolto a Boke, quando invece il frate, riferisce Iannuccelli, aveva sempre sostenuto di aver controllato a vista Boke, "dettagliandone con grande precisione i suoi movimenti dentro il convento proprio nella fascia oraria in cui Cristina Golinucci vi aveva parcheggiato davanti la sua auto".