Rinuncio a tutto ad eccezione del caffè delle 11: alto, e checchè se ne dica, ben zuccherato, ed al Carlino, comprato dal solito fregnone, che fregandosene, però dorme di domenica, obbligandomi a scarpinare sino al paese per comprarlo.
Poi ce l’ho a morte con quanti al bar, osano interrompere la mia fragile tranquilità mattutina, chiedendo se il giornale è mio, per leggerlo a sbafo.
Odio infine, la bella e giovane cameriera che rischiava di vincere il premio quale migliore barista dell’anno, nonostante sparecchi i tavoli infilando dita nei bicchieri e tazze sporche, sposti tavoli e sedie con un baccano d’inferno, parli sguiatamente ad alta voce, ma soprattutto, serva alimenti senza lavarsi mai le mani e chiedersi dove ha imparato il mestiere, che pare debba essere obbligatoriamente, pure certificato. g.b.