Cesena, 4 agosto 2016 - Di sanità se ne intende Tommaso Marcatelli, ex consigliere comunale del Pdl ma soprattutto medico ed ex responsabile del ‘118’ del Bufalini. Fin dall’inizio ha contestato l’organizzazione dell’Ausl Romagna più centrata sul burocratismo e le logiche di budget che sui servizi agli utenti. La morte della cesenate 85enne dopo il trasferimento a Forlì per un’emergenza cardiologica riapre tragicamente la ferita dell’emodinamica.
Dottor Marcatelli, i cesenati debbono rassegnarsi ad essere trasferiti in ambulanza a Forlì in caso di un intervento d’emergenza per problemi cardiaci?
«No, l’emodinamica d’emergenza dovrebbe essere un servizio di base per tutti gli ospedali di un certo livello come il Bufalini».
L’Ausl sostiene che per questo tipo di servizio occorrono determinati criteri: bacino, esperienza, strutture...
«A Cesena c’è tutto questo questo. Al Bufalini si facevano interventi d’emergenza già prima che tutto venisse centralizzato a Forlì o Rimini. I nostri medici hanno l’esperienza necessaria e la sala di emodinamica c’è, solo che non è disponibile per l’emergenze. Per quanto riguarda il bacino di utenti, le normative non indicano numeri così rigidi come vuol far intendere l’Ausl e comunque bisogna tenere conto dell’ampiezza del nostro territorio».
Sempre l’Ausl replica alle critiche sostenendo che i tempi di percorrenza tra Cesena e Forlì sono compatibili con la rapidità d’intervento necessaria in caso di urgenze cardiologiche.
«In teoria sì, ma la pratica è un’altra cosa. Già quando dirigevo il ‘118’ facemmo studi su tempi e percorsi delle ambulanze, evidenziando che c’erano variazioni sensibili a seconda degli orari e dei tragitti. Viale dell’Appennino, la strada di Forlì che porta all’ospedale Morgani-Pierantoni, è piena di semafori e soffre molto il traffico delle ore di punta. E perdere dieci minuti in un’emergenza non è indifferente».
Può fare la differenza tra la vita e la morte?
«Dico di più: anche se teoricamente i tempi di trasferimento tra Cesena e Forlì sono accettabili, il muscolo cardiaco patisce ugualmente. Dalla risposta dell’Ausl si evince che prima di tutto viene l’economia, il rispetto del budget, poi le persone. Se uno muore non possiamo farci nulla: abbiamo rispettato i protocolli»
Molti a Cesena dicono che non ha senso pensare al nuovo ospedale quando ci sono problemi di questo tipo da risolvere.
«Io sono favorevole al progetto di un nuovo ospedale. Ma non possiamo pensare solo ai muri: occorre partire dai servizi e dai primari. Invece al Bufalini si avvertono molte preoccupazioni per il depotenziamento di reparti e servizi. In quanto al caso dell’emodinamica, il sindaco Lucchi dovrebbe avvertire le preoccupazioni dei cittadini e cominciare ad alzare la voce coi vertici dell’Ausl».