
Marcello Tonini, direttore generale dell’Ausl Romagna (Ravaglia)
Cesena, 9 agosto 2016 - Si può contestare o meno, ma la questione è tutta lì: nei numeri. La gestione della sanità va per statistiche, potenziali pazienti, dati epidemiologici, risorse economiche («Ma non è la prima variabile della gestione del sistema sanitario» avverte Marcello Tonini, direttore generale Ausl Romagna) e, qualche volta, anche bacino di utenza (ma per la Cardiologia a Cesena, ad esempio, non vale).
Numeri che, però, non significano una semplice giaculatorie di cifre come il più delle volte la recepisce il cittadino che quando si parla di emergenza fa inevitabilmente il conto con i chilometri. Come hanno ribadito medici e dirigenti in una folta conferenza stampa che ha calato gli assi della sanità dell’Ausl Unica di Romagna (Marcello Tonini direttore generale Ausl Romagna, Giorgio Guerra direttore Sanitario Ausl Romagna, Virna Valmori direttore Presidio Ospedaliero Cesena, Paolo Masperi direttore Presidio Ospedaliero Forlì, Giancarlo Piovaccari direttore Dipartimento Cardiovascolare, Roberto Mantovan direttore Unità Operativa Cardiologia Ospedale Bufalini), il sistema cardiologico dell’area vasta romagnola va bene così com’è.
Ossia una cardiologia h24 a Ravenna, una a Rimini ed una in condominio tra Forlì e Cesena dove in quest’ultima il servizio di intervento degli infarti del miocardio è attivo solo per 12 ore e chi accusa un infarto oltre le ore 14 deve essere trasportato alla cardiologia del Morgagni-Pierantoni, com’è successo alla donna morta all’arrivo all’ospedale di Forlì dopo un intervento chirurgico al Bufalini che ha risollevato preoccupazioni e polemiche. Non si tratta tuttavia di una programmazione cieca e sparagnina, i vertici Ausl portano statistiche e tempi di percorrenza, esigenze di mantenere alta la qualità degli operatori e delle strutture attraverso un alto numero di interventi, diversificazioni tra emergenze cardiache in cui è necessario intervenire tra i 60 e i 120 minuti e problematiche della medesima branca in cui si può operare anche il giorno dopo.
Una riprova del fatto che percorrere la strada tra Cesena e Forlì in caso di infarto non compromette la sopravvivenza? Sta nelle statistiche, ovviamente. «Non c’è alcuna differenza - elenca Giancarlo Piovaccari, direttore del Dipartimento Cardiovascolare dell’Asul Romagna - nell’incidenza della mortalità per infarto tra chi viene trasportato da Cesena a Forlì, rispetto a chi va a Forlì da Forlì o a Rimini da Rimini. Ciò significa che la rete funziona». Poi può capitare che si muoia dopo pochi istanti o durante il tragitto verso l’ospedale ma si tratta, dicono i sanitari e gli amministratori, di casi in cui l’intervento sarebbe comunque vano. Se peraltro per chi viene dall’Alto Savio la strada verso Forlì può essere coperta, assicurano, entro i 60/120 minuti necessari per un intervento efficace (nel limite delle condizioni del paziente), per chi si trova più vicino a Rimini (paesi del Rubicone o Cesenatico) il punto di arrivo per l’emergenza è quello. «Ciò che fa la differenza - evidenzia il dottor Piovaccari - è l’attivazione tempestiva del 118 che presta i primi soccorsi e si mette in collegamento con l’unità più vicina dove si preallerta la sala operatoria». Arrabbiato ed anche di più si dichiara il dottor Mantovan perche, dice, «la gente travisa il nostro lavoro»: «Noi facciamo 2400 ricoveri all’anno e siamo attivi 24 ore su 24 anche se l’equipe per l’infarto al miocardio non è attiva dopo le 14».
Bacchetta tutti il direttore generale Marcello Tonini per il quale sollevare ancora una volta le problematiche della cardiologia h12 a Cesena «innesca nella gente idee distorte e deviate e stimola micro conflittualità che fanno perdere tempo e sprecare energie, mentre occorre cambiare mentalità introiettando le potenzialità delle rete». Alla fine resta una domanda: perché se Cesena ha un bacino di 210 mila abitanti che decuplicano in estate non ha una cardiologia h24 mentre Forlì ne può beneficiare con 190 mila abitanti? C’è nella sua storia una lunga esperienza di emodinamica che ha fatto crescere grandi professionalità, è la risposta. In barba alla variabile dei potenziali utenti.