Due processi per il grave fenomeno del caporalato, che dalle regioni del sud si è diffuso anche dalle nostre parti, sono stati riuniti ieri mattina in tribunale a Forlì davanti al collegio presieduto dal giudice Monica Galassi, e dal mese di aprile procederanno insieme.
Infatti i protagonisti e le imputazioni hanno numerosi punti di contatto che riguardano in particolare delle cooperative che hanno sede in Veneto, ma che nel 2017 e 2018 reclutavano i lavoratori (prevalentemente nordafricani) nelle zone collinari del Cesenate e li facevano lavorare in aziende agricole pagandoli cinque o sei euro all’ora, metà della tariffa sindacale.
Le cooperative in questione sono Power Service, Trentina, Multiservizi e Mondial, mentre una delle imprese chiamate a rispondere dello sfruttamento dei lavoratori è l’azienda agricola Casagrande di Forlì, i cui titolari sono difesi dagli avvocati Claudia Battaglia e Antonio Giacomini di Forlì. Le forze dell’ordine individuarono sedici lavoratori sfruttati, ma solo cinque si sono costituiti parte civile con l’assistenza dell’avvocato Francesco Lombardini di Cesena.
Ai sette imputati di questo processo ieri se ne è aggiunto un altro, il marocchino Bilal Monyr, 34 anni, abitante a Legnago (Verona)’ difeso dall’avvocato Valerio Girani di Forlì. Altri due imputati del secondo processo, i fratelli marocchini Abderrahim e Mustapha El Hasnaoui, hanno definito le loro posizioni davanti al gip con un processo col rito abbreviato e un patteggiamento. La prossima udienza del processo è stata fissata in aprile per dar modo a un tecnico individuato dal tribunale di trascrivere le intercettazioni telefoniche.
Paolo Morelli.