MADDALENA DE FRANCHIS
Cronaca

Modificare i ricordi negativi? Ora si può

Ricercatori del Campus cesenate sono riusciti ad annullare l’impatto negativo della memoria con un approccio non invasivo

Gli strumenti utilizzati per la ricerca al Dipartimento di psicologia del Campus di Cesena

Gli strumenti utilizzati per la ricerca al Dipartimento di psicologia del Campus di Cesena

Cesena, 8 agosto 2020 - "Beati gli smemorati, perché avranno la meglio anche sui loro errori". È la struggente constatazione di Joel Barish-Jim Carrey nel capolavoro di Michael Gondry, Eternal sunshine of the spotless mind, tradotto in Italia con il titolo Se mi lasci ti cancello. Il film, del 2004, si interroga sulla possibilità di dimenticare l’amore perduto grazie a un reset della memoria: una frontiera, quella della rimozione delle emozioni scaturite dai ricordi spiacevoli, su cui oggi lavora un gruppo di giovani studiosi del Dipartimento di Psicologia al Campus universitario di Cesena.

In uno studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Current biology – e rimbalzato sulle più celebri testate internazionali, dal Times a Forbes – i ricercatori, guidati da Sara Borgomaneri, docente di Neuroscienze allo stesso campus cesenate, sono riusciti a modificare l’impatto negativo di un ricordo con un approccio sperimentale e non invasivo. Hanno messo a punto un protocollo innovativo, in grado di abbinare un condizionamento aversivo – ovvero, uno stimolo cui è associata un’emozione negativa – alla neurostimolazione di una parte della corteccia prefrontale del cervello. Il ricordo dell’evento aversivo viene così modificato in modo tale da non generare più paura e disagio, se richiamato alla memoria.

"Nel nostro esperimento, abbiamo modificato un ricordo spiacevole che le persone coinvolte nello studio avevano appreso il giorno precedente", spiega Borgomaneri. "Si tratta di un risultato importante per la comprensione dei meccanismi della memoria, con un potenziale nello sviluppo di trattamenti per affrontare ricordi traumatici".

Al centro del lavoro dei ricercatori c’è il riconsolidamento, processo che serve a mantenere, rafforzare e modificare i ricordi già sedimentati nella memoria a lungo termine. "Ogni volta che viene rievocato, un ricordo può tornare a essere modificato per un periodo limitato di tempo", prosegue Simone Battaglia, co-autore dello studio. "Approfittando di questo breve spazio temporale, detto finestra di suscettibilità, il nostro protocollo riesce a interferire con il riconsolidamento di memorie negative apprese in precedenza".

Per ‘cancellare’ la paura associata a un brutto ricordo, i ricercatori hanno utilizzato la stimolazione magnetica transcranica: un tecnica non invasiva che, grazie a una bobina posizionata sulla testa, crea un campo magnetico in grado di agire sull’attività di specifiche aree cerebrali. "Alterandone la funzionalità, abbiamo individuato la corteccia prefrontale come area cruciale per il riconsolidamento di un ricordo spiacevole", conclude Borgomaneri. "E abbiamo ottenuto risultati che, finora, potevano essere garantiti solo da una massiccia somministrazione di farmaci". La ricerca, che può avere ricadute importanti, tra l’altro, nel trattamento del disturbo post-traumatico da stress, è stata interamente realizzata al Centro studi e ricerche in Neuroscienze cognitive attivo al Campus di Cesena. Gli autori sono, oltre a Sara Borgomaneri e Simone Battaglia, Sara Garofalo, Francesco Tortor a, Alessio Avenanti e Giuseppe di Pellegrino. Il loro lavoro è stato supportato anche da un finanziamento del ministero della Salute.