È ancora ricoverato in rianimazione all’ospedale Bufalini il camionista che lunedì pomeriggio si è schiantato contro un’abitazione in via Cervese a Calabrina, entrando letteralmente nel salotto di casa di una coppia di anziani con il suo mezzo pesante. L’uomo, un autotrasportatore rumeno di 52 anni, ha riportato molteplici fratture nello schianto e la prognosi di guarigione emessa dai sanitari è di 60 giorni. Intanto due famiglie restano in attesa di poter rientrare nella loro casa perché distrutta dal camion. Dalle prime analisi è emerso che l’autotrasportatore, al momento dell’incidente, era molto alticcio. Gli accertamenti di alcol e droga sono stati richiesti, come avviene ogni volta in cui si verifica un sinistro stradale, dal comando dei vigili di Cesena, e solo quando il referto dell’ospedale giungerà alla polizia locale potrà partire un’eventuale denuncia nei confronti del camionista per aver provocato un incidente mentre era alla guida in stato d’ebbrezza. La struttura della casa al civico 5444 di via Cervese non presenta danni strutturali, ma l’abitazione deve essere immediatamente messa in sicurezza ed ora è totalmente inagibile. Al piano terra abita una coppia di anziani, mentre al piano superiore vivono il figlio della coppia con moglie e figlio. Lunedì pomeriggio alle 14 il mezzo pesante, che percorreva la via Cervese in direzione mare, si è schiantato contro la casa e l’autotrasportatore è rimasto bloccato dentro l’abitacolo, ferito ma cosciente. Per estrarlo è stato necessario un intervento di quasi un’ora dei vigili del fuoco.
Nello schianto, oltre ai danni alla casa in mattoni e al giardino sono state urtate due autovetture, ma fortunatamente le persone che si trovavano all’interno al momento dell’incidente sono rimaste totalmente illese. "Abbiamo sentito come un’esplosione – raccontano i proprietari di casa – che ci ha tramortiti". All’interno delle mura c’erano tre persone: una donna che si trovava al piano terra, suo figlio, che era invece al piano superiore, nella stanza proprio in corrispondenza del punto d’urto e infine il nonno.
Annamaria Senni