ERMANNO PASOLINI
Cronaca

Caiman, 35 anni di ritmi sudamericani

La band di origine argentina ha realizzato il suo 18° disco: "Sono tutti pezzi ballabili perché i nostri fan sono ballerini scatenati"

La band di origine argentina ha realizzato il suo 18° disco: "Sono tutti pezzi ballabili perché i nostri fan sono ballerini scatenati"

La band di origine argentina ha realizzato il suo 18° disco: "Sono tutti pezzi ballabili perché i nostri fan sono ballerini scatenati"

Pienone al Palatombolone di Savignano sul Rubicone per la festa dei Caiman in occasione dei loro 35 anni di musica latino americana in Italia. Un tour il loro che non si è mai fermato da quando nel 1988 giunsero in Italia e nel 1991 formarono il gruppo argentino più conosciuto a livello nazionale. Venne fondato da Daniel Bruhn (chitarra e voce) e Ives Corneli (tastiere e voce) e con loro oggi fanno parte del gruppo, Ivan Bruhn (voce) e José Pepe Orta (congas, pianoforte e voce).

Tutti i musicisti che fanno parte della band vivono fra Budrio di Longiano e Bellaria. Il "capo" è Daniel, anche se, come dice lui, chi comanda in realtà è Ives.

Daniel Bruhn, qual è il vostro ultimo disco?

"Si intitola ‘Y si te vas’ (Se te ne vai), contiene 15 brani con 8 inediti e naturalmente 7 cover. E’ stato arrangiato da Josè Pepe Orta e interpretato da tutti noi con la partecipazione di tre grandi artisti internazionali Nino Segarra portoricano, Marlon Araujo, venezuelano che abita in Spagna, ex cantante dell’orchestra Adolecentes e il rapper domenicano Black King. Ospite questa sera abbiamo Matteo Salvatori di Riccione che suona i timbales".

Il genere del disco?

"Tutto latino e ballabili perchè la gente quando ci segue nelle tante serate viene per ascoltarci e ballare e la pista è sempre piena".

Quanti dischi avete inciso fino a oggi?

"Y si te vas è il diciassettesimo fra lp, cd e singoli. Tutti di musica latino americana con qualche tocco di Argentina perché noi ormai siamo italiani, ma nel cuore rimane la nostra Patria, quella di Maradona, ‘La Mano de Dios’ che rimane sempre il nostro brano più rappresentativo. E poi da un po’ di anni abbiamo anche Papa Francesco".

Come vi spiegate questo successo in una lunghissima carriera entrata nel 35° anno?

"Francamente è inspiegabile. Abbiamo iniziato piano piano e con la massima umiltà e il massimo impegno siamo riusciti ad accontentare un po’ tutti, dal giovane salsero al nonno curioso. Oggi ci stiamo avvicinando sempre più a diversi altri generi sempre nell’ambito della musica latina, con la speranza di, continuare a essere un po’ rappresentativi per tutti".

Il genere più in voga?

"Salsa e poi bachata, merengue, cumbia e reggaeton".

Perché la gente continua ad amare e a ballare ancora questa musica?

"Nello spirito ballerino gli italiani hanno dato ancora una volta un posticino nei loro cuori a queste nostre musiche".

Qual è il ballo latino americano di coppia più richiesto ai vostri concerti?

"Sempre salsa e bachata perché si balla proprio in coppia e con questo ritmo l’italiano, che è un grande ballerino, ha la possibilità di esprimersi al meglio in pista".

Come si prospetta il tour 2025?

"Si presenta assai positivo con tante serate in giro per l’Italia".

Tornerebbe in Argentina?

"Il mio cuore è molto argentino, ma io amo la Romagna, la mia famiglia, i miei figli e nipoti e tanti amici che sono tutti qui. Poi mi piacciono da matti le tagliatelle al ragù, piadina, squacquerone e rucola. Il tutto condito con un buon sangiovese. E amo la storia dell’Italia. Ringrazieremo sempre la Romagna, questa benedetta regione che ci ha dato la nostra vita musicale".