Col senno di poi, è sembrato quasi un presagio. Lunedì sera, l’associazione ‘Vivere il tempo’ di San Mauro in Valle aveva ospitato un incontro tra i residenti della zona, il sindaco Enzo Lattuca, il suo vice Christian Castorri e una delegazione di tecnici chiamati a illustrare il piano intitolato ‘Messa in sicurezza, ripristino e adeguamento di reti e scarichi diretti di fognatura pubblica’ con particolare riferimento al tratto tra il Ponte Vecchio e il Ponte Nuovo. Un investimento di 2,5 milioni di euro attraverso il quale entro l’estate del 2026 palazzo Albornoz intende mettere mano a caditoie e valvole clapet, collocate in corrispondenza degli scarichi sul Savio col ruolo cruciale di impedire il ritorno dell’acqua verso l’abitato durante le fasi di piena. Un intervento che i residenti e il comitato degli alluvionati chiedono da tempo, sperando in una rapida esecuzione. In effetti però il 2026 è ancora lontano e i problemi quotidiani sono tanti. E impossibili da trascurare. Lo hanno ribadito i residenti, lamentando che ciò che è stato realizzato fino ad ora non è bastato, perché in seguito ad acquazzoni estivi, si sono verificati nuovi allagamenti. Serve precisare che il piano è complesso, il 75% delle 540 caditorie risulta inadeguato. Verranno impiegate anche nuove tecnologie per rendere più efficiente l’idrovora chiamata ad ‘allontanare’ gli abbondanti quantitativi d’acqua che cadono nei momenti più critici delle perturbazioni, ma su tutto resta un dato, evidenziato dallo stesso sindaco Enzo Lattuca: "Parlandoci onestamente, oggi costruire così vicino al fiume non sarebbe consentito. E’ un tipo di errore commesso settant’anni fa in tutta Italia col quale ora dobbiamo fare i conti. In particolare queste strade sono molto densamente abitate e hanno pochi spazi verdi. Lavoreremo per far sì che gli eventi climatici possano avere un impatto più ridotto possibile sulla popolazione, limitando al massimo i disagi. Eliminare ogni rischio non è però possibile".
CronacaCaditoie e valvole clapet. Un piano complesso