Cesena, 10 agosto 2023 – Addio alle care, vecchie e residue cabine telefoniche anche a Cesena, come nel resto d’Italia, con lo smantellamento delle ultime rimaste, reperti archeologici più ornamentali che funzionali nell’era degli smartphone. Agcom, l’autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ha dato il via libera definitivo a Tim di smantellare uno dei pezzi forte dell’arredo urbano, da oltre sessant’anni a questa parte: non costituiscono più un servizio universale.
A Cesena ce ne sono ancora venticinque, dall’area del teatro Bonci e dei Giardini pubblici a via Savio, da via Ravennate a via San Mauro, dal centro alle frazioni. Astruse e non plausibili per i nativi digitali, dense di nostalgici ricordi per i ragazzi di un tempo che vi intessevano le trame telefoniche amorose al riparo dai familiari incombenti sull’apparecchio fisso domestico.
A Cesena lo smantellamento partirà a breve per esaurirsi entro il 2024. I cartelli con l’avviso di rimozione sono pronti. Sino a una trentina di anni fa, prima dell’era della telefonia mobile, l’intera città ne era puntellata, e le varie tipologie, dalla primordiale cabina alla successiva cupola, hanno finito per convivere, dopo che dai mitici gettoni inghiottiti si era passati alle meno ansiogene carte prepagate. La più utilizzata in centro è stata la cabina tra Malatestiana e Casa Bufalini, da tempo rimossa: negli anni ’80 c’era la fila per entrare. Da un monitoraggio di alcuni anni fa emerse che nelle superstiti cabine telefoniche cesenati venivano effettuate mediamente 50 chiamate al giorno.
La prima cabina telefonica in Italia in venne installata il 10 febbraio del 1952, in piazza San Babila a Milano. A Cesena furono introdotte nei primi anni Sessanta. Negli ultimi decenni non poche, cadute in disuso, si sono degradate, sono state mutilate da atti vandalici o hanno fornito spazio per tutta una serie di azioni borderline che con la telefonia c’entravano poco. Oltre dieci anni fa nell’area ex Timo (poi centrale Telecom Italia), nei pressi della parrocchia di Santo Stefano, era stato creato un deposito di vecchie cabine smantellate.
A livello nazionale sono attive su strada ancora circa 16mila postazioni di telefonia pubblica, oltre a quelle attive in luoghi pubblici e privati ad elevata frequentazione (ospedali, caserme, centri di accoglienza, scuole) e alle linee di bar e ristoranti.
Al netto della dismissione delle cabine in sede stradale, Tim ha l’obbligo di mantenere le postazioni presenti all’interno dei luoghi di rilevanza sociale, in particolare negli ospedali e nelle strutture sanitarie equivalenti, nelle caserme ove non sia presente il segnale mobile e nelle carceri.