LUCA RAVAGLIA
Cronaca

Brillata bomba della Seconda guerra mondiale a Cesena: evacuati 300 residenti

L’esercito al lavoro a Ponte Abbadesse. Sul posto anche il sindaco Enzo Lattuca e il suo vice Christian Castorri. L’area messa in sicurezza in meno di mezza giornata

Brillata bomba della Seconda guerra mondiale a Cesena: evacuati 300 residenti

Cesena, 20 gennaio 2024 – Meno di mezza giornata di tempo per mettere in sicurezza un fazzoletto di città, dai rischi legati alla presenza di una bomba aerea del peso di 227 chili risalente alla Seconda Guerra Mondiale, sganciata sulla frazione cesenate di Ponte Abbadesse e rimasta inesplosa fino ai giorni nostri.

Brillata una bomba della Seconda Guerra Mondiale a Ponte Abbadesse
Brillata una bomba della Seconda Guerra Mondiale a Ponte Abbadesse

Alle otto di mattina è freddo, le transenne chiudono la strada poco prima di arrivare alla chiesa e a 352 metri di distanza dal posto di blocco presidiato dalle forze dell’ordine e dalla protezione civile c’è la bomba. Era stata ritrovata lo scorso 9 novembre nell’ambito dei sondaggi sul terreno di una zona destinata a diventare cassa di espansione e ora, di sabato mattina, è arrivato il momento di renderla innocua, facendola brillare in sicurezza in una cava a San Carlo, lontano da tutto e da tutti. Ma alla cava, la bomba ci deve arrivare e dunque per garantire l’incolumità della popolazione, ecco che la macchina organizzativa di palazzo Albornoz ha stilato un rigoroso programma dedicato ai circa 300 residenti che si trovano nell’area potenzialmente a rischio. Le persone coinvolte hanno lasciato le loro abitazioni di prima mattina, chi per concedersi mezza giornata di relax fuori casa, chi ripiegando nella sede del quartiere Cesuola, allestita per essere in grado di ospitare gli avventori fornendo spuntini, acqua e bevande calde.

Brillamento bomba: il sindaco Enzo Lattuca sul posto
Brillamento bomba: il sindaco Enzo Lattuca sul posto

A controllare la situazione vanno anche il sindaco Enzo Lattuca e il suo vice Christian Castorri, con gli stivaloni di gomma ai piedi necessari per effettuare un sopralluogo nella zona della bomba, già messa in sicurezza nei giorni scorsi grazie alla realizzazione di una struttura temporanea di protezione per la mitigazione degli effetti dovuti a un’eventuale esplosione accidentale e in costante contatto con la base operativa allestita in via Parri, nella sede della protezione civile, dove si seguono le operazioni passo per passo. Le attività di bonifica sono dirette e coordinate dalla Prefettura e dal comando delle forze operative nord dell’esercito, di Padova.

Ci sono mappe, computer accesi, immagini dell’area coinvolta proiettate sul maxischermo e soprattutto costanti aggiornamenti sulla situazione. La prima fase dell’intervento di giornata termina intorno alle 10, quando la colonna di mezzi dell’esercito si mette in marcia verso la collina di San Carlo, trasportando la bomba. Nella cava è già stata individuata l’area adeguata all’operazione, l’ordigno viene lentamente fatto calare in una cavità precedentemente creata e poi ricoperto di terra. Ovviamente con la massima cautela.

Così si arriva a mezzogiorno e mezza e al conto alla rovescia: “Attenzione! Tre, due, uno, fuoco!”. I genieri dell’esercito provenienti dal reggimento genio ferrovieri di Castel Maggiore azionano il detonatore, la terra trema e la bomba esplode. In piena sicurezza. Anche oggi, a distanza di decenni dal secondo confitto mondiale, ogni anno vengono trovati diversi ordigni di grosso calibro ancora potenzialmente pericolosi, senza contare le centinaia di altri ritrovamenti di materiale bellico di minori dimensioni, che portano i genieri a intervenire ogni giorno, più volte al giorno, nelle varie zone d’Italia per eliminare potenziali gravi pericoli.