Cesena, 11 aprile 2019 - Lo sa, un po’ lo teme ma in fondo gli piace tanto; quando passa in auto sull’A14 all’altezza di Imola lo sguardo gli viene puntualmente calamitato dalla biglia del ‘suo’ Pantani davanti allo stabilimento della Mercatone Uno. E lì ad Andrea Agostini, cesenaticense con la ‘targa’, 49 anni, tra i più quotati professionisti della comunicazione ciclistica (ha lavorato per i più importanti team in Italia, Germania, Russia, Stati Uniti, ora è uno dei tre manager degli Emirati Arabi Uniti, senza dimenticare un’esperienza calcistica nel Cesena in A), scatta il replay della sua grande amicizia con il Pirata.
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Si conobbero alle elementari, un giorno si picchiarono durante la ricreazione, da quel momento scattò un feeling quasi fraterno. Hanno corso in bici insieme da dilettanti, Agostini poi è stato responsabile della comunicazione della Mercatone Uno di Pantani per un anno e mezzo. Nello ‘tsunami’ di Madonna di Campiglio c’era lui al fianco del campione, cellulare sempre acceso perché chi lavora merita rispetto comunque sia. E insieme a Marco da ragazzino ha giocato per anni a ciccotti’ (a cricchi chiamateli come volete) con le biglie dei corridori nella spiaggia libera a Cesenatico tra il Bagno Marconi e il Tropical.
Agostini, quella maxi biglia sta diventando oggetto di contesa tra Imola e Cesenatico. Il suo amico sindaco Gozzoli vorrebbe tanto portarla nella città natale del campione ma a Imola non ci pensano nemmeno a mollare. Inoltre la partita è complicata, viene considerata un immobile coinvolto nel fallimento della Mercatone Uno. Lo sapeva?
«Certo, sono sempre all’estero ma conosco molto bene Matteo Gozzoli, abbiamo lavorato insieme. L’idea di portare la biglia a Cesenatico era già nel suo programma elettorale, è datata di qualche anno ma solo ora è venuta fuori. La situazione è sempre stata complessa, bloccata anche per le vicissitudini della Mercatone Uno, la proprietaria».
E ora lo è ancora di più.
«Nessuna guerra, la biglia deve restare a Imola dove si trova, ormai è un monumento, l’A14 la sua pista. Poi quella città e quella società sono state importanti per Marco. Inoltre per noi romagnoli, ma non solo, racchiude il ricordo di un grande campione e la nostalgia dell’infanzia quando giocavamo a palline in spiaggia su piste a volte opere d’arte».
Lei a Cesenatico non può più tornare se dice così, lo sa?
«Eccome che torno a casa. Per Cesenatico bisogna costruire un’altra biglia; una copia di quella esistente oppure anche diversa. Magari opera dalla stessa autrice Alessandra Andrini, con una foto differente. La sistemerei lungo i Giardini al Mare vicino al grattacielo»
Poi scusi chi la pagherebbe?
«Una sottoscrizione popolare, una raccolta fondi tra comune, associazioni, imprenditori, tifosi. Mi impegnerei personalmente a promuoverla. Sarei il primo ad aderire».
Lei e Marco da bambini giocavate con le biglie dei ciclisti sulla spiaggia a Cesenatico?
«Certo, lui aveva quella del suo idolo Saronni, io preferivo Moser. Sa quante volte gli ho detto che un giorno in una pallina ci sarebbe stata la sua faccia? Per un ciclista avere l’immagine in una biglia è un punto d’arrivo come per un calciatore essere una figurina della Panini».
Si ricorda l’ultima volta che Pantani ha giocato con le biglie?
«Sono sicuro, a Lugo nel suo ultimo Giro d’Italia nel 2003. Nel villaggio venne organizzata una pista, una gara. Io lavoravo per un altro team, mi vide e urlò. ‘Hai visto, a ciccotti sono ancora buono’. Era un campione anche in quello».