ELIDE GIORDANI
Cronaca

Bimbo di due anni morto in ospedale, aperta un'inchiesta

Diego, due anni, era stato visitato al Bufalini di Cesena per una forte febbre, poi l’aggravamento e la corsa al Sant’Orsola di Bologna: tutto inutile. La Procura di Bologna ha aperto un fascicolo dopo la denuncia dei genitori.

Diego Giorgiev avrebbe compiuto due anni il 24 luglio

Diego Giorgiev avrebbe compiuto due anni il 24 luglio

Cesena, 23 giugno 2021 - La procura di Bologna ha aperto un procedimento penale nei confronti di ignoti con l'ipotesi di omicidio colposo per la morte del piccolo Diego Georviev. Lo comunica lo studio legale che sta seguendo il caso, Studio 3A-Valore spa. L’inaccettabile tragedia della morte del bimbo che avrebbe compiuto due anni il 24 luglio si è accompagnata fin da subito, infatti, al dubbio straziante che all’ospedale Bufalini, dove è stato ricoverato prima di un urgente trasporto all’ospedale Sant’Orsola di Bologna, non sia stato fatto il possibile per salvarlo. I genitori, una giovane coppia di origine bulgara residente a Gambettola, oppressi dal dolore, aveano presentato un esposto alla magistratura e una denuncia ai carabinieri di Cesena chiedendo che la Procura disponesse un’autopsia sul corpicino del bambino. Autopsia che verrà effettuata venerdì. Il decesso del piccolo risale al 18 giugno, venerdì scorso, dopo un alternarsi di varie fasi che da una leggera febbre, manifestatasi il 14 giugno, sono precipitate fino alla morte. Così Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, a cui i genitori si sono affidati, espone la drammatica vicenda. «Diego - si legge in una nota, diffusa insieme alla foto della piccola vittima, dall’agenzia su autorizzazione della famiglia - era il primogenito di una giovane coppia di origine bulgara, Angel e Vania, rispettivamente 35 e 31 anni, da tempo cittadini italiani: il bambino è nato a Cesena. Non aveva mai sofferto di alcuna patologia e anche la lieve alterazione manifestatasi lunedì 14 giugno sembrava una febbricola di passaggio: la mamma gli dà la Tachipirina, la temperatura scende e martedì il bimbo è già sfebbrato. Ma mercoledì la febbre torna a salire, Diego comincia a tremare e allora i genitori lo portano dalla sua pediatra, che gli riscontra delle placche prescrivendogli del Nurofen. Ma nel pomeriggio la temperatura continua a salire, oltre i 38 gradi, il piccino inizia anche a vomitare, di qui la decisione di mamma e papà di condurlo al Pronto Soccorso del Bufalini e quindi in Pediatria, dove, nonostante la somministrazione di un farmaco antiemetico, le crisi di vomito non cessano, tanto che si rende necessaria una flebo per reintegrare i liquidi.

Giovedì mattina il bambino sta un po’ meglio, mangia anche qualcosa, ma quello stesso pomeriggio la situazione precipita, la febbre schizza sopra i 39, la Tachipirina non sortisce più alcun effetto: la pressione è alle stelle. Allarmata, in serata la pediatra di turno mobilita i colleghi di altri reparti per un consulto urgente, in particolare della Cardiologia, perché sembra che i problemi siano legati al cuore e si paventano danni cerebrali. Il piccolo paziente, prima di essere trasportato in Terapia Intensiva, viene visto anche dal primario di Pediatria ed è proprio lui, alle 2 della notte, a informare i genitori, che la situazione è grave e che alle 7 del mattino (di venerdì 18 giugno) il loro figlioletto sarà trasferito al Sant’Orsola di Bologna". Ma il piccolo parte per Bologna solo alle 11,30, e arriva in situazioni disperate: i sanitari decidono di sottoporlo ad un intervento al cuore programmato per la sera stessa, ma alle 19,30 il piccolo muore. "Chiediamo di capire di cosa è morto nostro figlio - è la richiesta accorata dei genitori -. Al Bufalini i medici brancolavano nel buio, e soprattutto perché non l’hanno condotto subito al Sant’Orsola. E’ stata una negligenza? Diversamente, sarebbe ancora vivo?". L’Asl Romagna dal canto suo informa che sta effettuando un’indagine interna sull’acaduto garantendo la massima trasparenza.