Cesena, 29 marzo 2022 - "Caro ladro, ci sono rimasta molto male quando ho scoperto che hai portato via il computer della mia classe. Non si ruba! Mai si ruba! È una cosa brutta da fare, soprattutto in una scuola...". Parole che inchiodano, altroché, perché a pronunciarle sono dei bimbi di dieci anni. Gli stessi che il lunedì della scorsa settimana sono entrati in classe – siamo alle elementari di Macerone, periferia di Cesena –, per rimanere stupiti davanti dei cavi strappati al posto del computer che fa funzionare la loro lavagna elettronica.
E come si spiega un gesto del genere a un bambino? Come si giustifica il comportamento di un adulto che spazza via, in una sola notte, cinque anni di buoni insegnamenti delle maestre? Non si prendono le cose degli altri, non si ruba, si vive nel rispetto reciproco, si chiede il permesso, si chiede scusa, bisogna avere cura dei beni comuni.
Ma per fortuna le maestre e i maestri, al giorno d’oggi sono bravissimi. Così hanno saputo cogliere al volo la pars construens della vicenda: se qualcuno si comporta male, piccolo o adulto che sia, bisogna dirglielo, di modo che capisca, e non lo faccia più. E se a sbagliare è un adulto, perché non lasciare ai bambini il compito di insegnare i buoni comportamenti?
Così i bambini della 5^A e della 5^B hanno preso carta e penna e hanno scritto i loro messaggi al ladro. Poi, con l’aiuto delle loro maestre, Alessia De Pasquale ed Erica Zannoni, li hanno affidati al Carlino . Le loro sono parole così limpide da risultare spiazzanti: "Ladro, perché ti sei ridotto a fare questo? La vita non è così, non è da sprecare!". "Perché rubare ai bambini?". "Anche i ladri sono stati bambini...". Le forze dell’ordine stanno già indagando. Nel frattempo di sicuro altri pc per la didattica arriveranno. E quando tutto sarà concluso, è certo, il saldo di questa vicenda sarà comunque in positivo. Parafrasando De André: da un computer non nasce niente, ma dal letame nascono i fior".