"Le aurore boreali sono senza dubbio lo spettacolo naturale più affascinante del pianeta, tant’è che sono state definite, a buona ragione, l’ottava meraviglia del mondo: il cielo si tinge di verde, di rosa, di rosso, di viola, di blu. Le luci, osservabili ad occhio nudo, danzano letteralmente e disegnano forme affascinanti e incantevoli". L’entusiasmo che trasmette Ada Grilli - studiosa e fotografa del fenomeno ottico e della spiegazione scientifica che le genera a determinate latitudini polari - è così empatico e contagioso che, nel suo ruolo di conferenziera trasporta idealmente dentro l’ineguagliabile scenografia celeste, chi abbia la ventura di ascoltarla. E, una volta come tante, la più recente, succede che Ada tenga una relazione ad Agordo in provincia di Belluno. "Un bel pubblico – commenta – e tra gli altri presenti Claudia Cattadori, entusiasta. Compra il mio libro ‘Aurore polari’, ma non può leggerlo. È non vedente. Chiede allora all’associazione del Libro Parlato di Feltre che il testo venga letto ad alta voce e registrato. Istanza approvata. Incisione completata poche settimane fa con la voce di Beba de Dea,e già in circolazione".
Già, ma come possono le parole, per quanto suggestive e immaginifiche sopperire alla mancanza della vista? "Mi si chiede di fare di più", aggiunge Ada, che vuol capire come portare con sé, in quello spettacolo fatato chi davanti a sé ha solo il buio. Mente fervida e cervello sempre in movimento accetta la sfida e incontra alcuni minorati della vista e matura la decisione che non vedenti e ipovedenti abbiano diritto ad accedere a questa esperienza; ma ad oggi non hanno gli strumenti per farlo. Da qui la costituzione di un gruppo di lavoro con tecnici, con la Unione Italiana Ciechi sezione di Belluno, con il Centro Internazionale del Libro Parlato di Feltre, con il Museo Polare dell’Università di Tromso in Norvegia per mettere a punto dei prototipi utili a creare, con la collaborazione dei non vedenti stessi, versioni tattili delle aurore e dei meccanismi fisici che ne sono all’origine. Il progetto, dal titolo provvisorio, "Sentire l’invisibile - Toccare l’ineffabile" nasce dal cuore cesenate di Ada, si sviluppa nel bellunese e lì intende decollare, benché per la realizzazione dei materiali speciali l’orizzonte debba spaziare necessariamente oltre i confini provinciali e regionali. Nelle sue linee generali il progetto consisterà in una mostra immersiva che offrirà immagini a stampa in grandi dimensioni, video, registrazioni audio, testimonianze dai Paesi artici, interpretazioni in oggetti tattili delle immagini, realizzate sia con stampanti 3D sia in sculture di lamine di metallo create da una artista Patrizia Fratta, che già da anni collabora con Officina Eventi ed ha già prodotto microsculture ispirate alle aurore boreali (esposte tra l’altro sia in Italia che in Islanda e in Norvegia). Gli ipovedenti e i non vedenti saranno condotti inizialmente, attraverso un percorso guidato, a capire il fenomeno, dalle sue origini sul sole alla zona della ionosfera dove le aurore si producono. In ciò saranno accompagnati da guide audio che faciliteranno la comprensione dei meccanismi fisici che avvengono nello spazio interplanetario. Poi potranno toccare e manipolare le aurore tradotte in oggetti tridimensionali e ascolteranno il racconto di chi li ha realizzati in modo da stabilire un contatto tra gli artefici e i fruitori. Si troveranno modalità telematiche per rendere questi contatti di condivisione utili anche a trasferire in futuro questa esperienza in altri campi con caratteristiche scientifiche ed estetiche insieme. "Un tale evento, di novità assoluta e non solo in Italia - rimarca Ada Grilli -, aggiungerà valore a quanto già pianificato per le Olimpiadi e Paralimpiadi 2026, avendo un significato di apertura d’orizzonte su uno dei temi clou dei ‘Paesi dei ghiacci’, dove gli sport invernali sono nati. E nel contempo darà finalmente anche ai disabili, sportivi praticanti e non, agli ipovedenti, ai non vedenti e ai loro accompagnatori una occasione per arricchire le loro trasferte nelle due città a cui le Olimpiadi invernali sono state assegnate, soprattutto a Cortina d’Ampezzo, città nella quale, si auspica, si chiuderà il cerchio di questo progetto".
"Ci vogliono anche tanti soldi – osserva realisticamente Ada -. Faremo fund raising in tanti modi, faremo un promo per supportare la raccolta, nell’auspicio che la bellezza delle aurore boreali che non non sono uno dei tanti prodotti del marketing turistico, ma una esperienza sensoriale unica e indelebile, possano essere ‘viste’ anche da chi non ha occhi per goderne dell’incanto".