REDAZIONE CESENA

Atalanta travolge Cesena 6-1 in Coppa Italia: doppiette di De Ketelaere e Samardzic

Atalanta supera Cesena 6-1 al Gewiss Stadium, avanzando ai quarti di Coppa Italia. Doppiette per De Ketelaere e Samardzic.

L’unico squillo del Cesena arriva nel finale con il gol di Ceesay (Foto Liverani)

L’unico squillo del Cesena arriva nel finale con il gol di Ceesay (Foto Liverani)

ATALANTA 6 CESENA 1

ATALANTA (3-4-2-1): Rui Patricio (33’ st Rossi), Toloi, Hien (19’ st Sulemana), Djimsiti (19’ st Godfrey), Palestra, De Roon, Pasalic (7’st Zaniolo), Zappacosta, Samardzic, De Ketelaere (7’ st Brescianini), Retegui. A disp.: Carnesecchi, Kossounou, Bellanova, Vlahovic. All.: Gasperini.

CESENA (3-4-2-1): Pisseri, Ciofi (29’st Curto), Piacentini, Pieraccini, Adamo (37’ st Saber), Bastoni (15’ st Francesconi), Mendicino, Celia, Kargbo (29’ st Ceesay), Tavsan (15’ st Chiarello), Van Hooijdonk. A disp.: Klinsmann, Siano, Prestia, Mangraviti, Berti, Antonucci,Calò, Donnarumma. All.: Mignani.

Arbitro: Perenzoni di Rovereto.

Reti: 4’ pt Zappacosta, 8’ e 35’ pt De Ketelaere, 26’ pt Samardzic, 9’ st Brescianini, 25’ st Samardzic, 45’ st Ceesay.

Note: ammoniti Djimsiti, Toloi, Bastoni; spettatori 20.000 circa; angoli 7 a 2 per l’Atalanta; recupero 2’ tutti nella ripresa.

Che passasse il turno l’Atalanta (giocherà i quarti con il Bologna) era abbastanza scontato, non altrettanto che al Gewiss Stadium di Bergamo si giocasse a tennis. Perdere contro l’attuale capolista della serie A ci sta, è toccato anche agli ultimi dieci avversari consecutivi della Dea in campionato, ma c’è modo e modo di perdere. Si nota sin dalle formazioni messe in campo all’inizio dai due allenatori quale possa essere il destino del match e come possa diventare un incubo per i romagnoli. Gasperini non si fida, schiera molti titolari, basta guardare i due guastatori in attacco, Retegui e De Ketelaere, per intuire quali siano le idee del tecnico orobico. Vincere in fretta, mettendola subito in discesa. Mignani gli risponde schierando tutti i rincalzi che si trova in casa, non gioca nessuno di quelli che hanno battuto il Cosenza sabato scorso. Poi si dirà che era giusto dare minutaggio a chi gioca meno, salvo poi sottoporsi a una prestazione umiliante. Il punteggio finale non fa una piega, avrebbe anzi potuto prendere dimensioni anche più roboanti se l’Atalanta non avesse a un certo punto tirato i remi in barca, lasciando persino ai romagnoli l’onore del gol della bandiera.

L’unico sprazzo di dignità in un pomeriggio da dimenticare, in cui non si è salvato nessuno, tranne Piacentini che non ha dato respiro a Retegui. Troppo evidente, soprattutto nel primo tempo, il divario tecnico fra le due formazioni. Cesena mai in partita mentre i nerazzurri hanno triangolato, crossato, segnato quasi in assoluta libertà.

Comincia Zappacosta dopo 4 minuti, poi De Ketelaere dopo 8, quasi troppo facile coi bergamaschi che fanno ciò che vogliono, lasciando al Cavalluccio solo qualche rinvio verso un isolatissimo Van Hooijdonk. C’è anche un briciolo di sfortuna nel tris di Samardzic il cui tiro è deviato da Pieraccini e sorvola Pisseri per infilarsi sotto la traversa. Tocca ancora a De Ketelaere al 35’ inchiodare il poker al termine di un’azione da manuale con tocchi stretti e i bianconeri a osservare le finezze dei funamboli che esaltano il pubblico del Gewiss. E’ un’imbarcata, l’Atalanta si diverte e umilia il Cesena. Ma quanto manca alla fine? Entra Brescianini e anche lui vuole timbrare al termine di uno schema da punizione con imbucata di De Roon. A quel punto l’Atalanta sembra accontentarsi, Samardzic no e sigla la sua personale doppietta, sesto centro bergamasco. Uno scampolo di dignità? A tempo scaduto, confeziona un contropiede Francesconi, passa a Ceesay che in diagonale batte Rossi per il gol della bandiera. Finisce lì, i maestri nerazzurri vanno ai quarti di Coppa Italia Frecciarossa, il Cesena pensa alla Juve Stabia di domenica come giusto che sia, ma al di la del pronostico scontato, a Bergamo, poteva almeno evitare la figuraccia in diretta nazionale e per quei circa 400 tifosi presenti al Gewiss che hanno comunque applaudito la squadra.

Daniele Zandoli