REDAZIONE CESENA

Arrestato quarto membro della banda di giovani responsabile di rapine a Cesenatico e Rimini

I carabinieri hanno arrestato un 27enne peruviano, quarto membro della banda responsabile di violente rapine e sequestri.

I carabinieri. hanno anche sequestrato le maschere indossate dai rapinatori

I carabinieri. hanno anche sequestrato le maschere indossate dai rapinatori

C’è un importante sviluppo nel caso della banda di giovani che ha picchiato a sangue, sequestrato e rapinato degli omosessuali attirati su una nota chat per incontri di soli uomini. I carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Cesenatico e della locale Stazione, in collaborazione con i colleghi della Compagnia di Rimini, hanno rintracciato ed arrestato un uomo di 27 anni di origini peruviane residente a Rimini, Bryan Antonio Majer, in esecuzione di una misura cautelare disposta dal Gip Ilaria Rosati, su richiesta del pm Andrea Marchini della Procura della Repubblica di Forlì-Cesena.

Secondo l’accusa è lui il quarto componente del gruppo di giovani ritenuti responsabili di due feroci rapine con sequestro di persona, avvenute in due distinti episodi risalenti all’inizio di novembre, accaduti a Cesenatico, dove la vittima è stato un uomo residente in un comune limitrofo della Valle del Rubicone, e a Longiano, dove la vittima è stato un uomo residente a Cesenatico. Dalle testimonianze a colpire è la ferocia e la violenza con cui i malviventi si sono accaniti sulle vittime.

I carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Cesenatico e della locale Stazione, hanno attivato immediatamente le indagini, coordinate dal pm Marchini. La determinazione degli investigatori ha consentito di identificare e arrestare subito tre rapinatori, che sono un marocchino di 24 anni, un 21enne riminese e un 21enne senegalese, tutti incensurati e residenti a Rimini. Sin dalle prime indiscrezioni emerse ci sarebbero potuti essere altri rapinatori coinvolti e così è stato, con l’arresto del 27enne avvenuto alla stazione ferroviaria di Rimini.

Ad inchiodarlo sono le testimonianze dei complici e le intercettazioni telefoniche, dove i malviventi parlano anche di altri colpi da mettere a segno. Nei due casi denunciati, la banda ha agganciato le vittime su una nota chat di incontri e ha fissato gli appuntamenti di notte e in luoghi appartati, dove si è presentato uno dei componenti, quello che si fingeva interessato all’incontro, e poi sono entrati in azione i complici con il volto coperto da maschere, aggredendo l’uomo, sferrandogli colpi in varie parti del corpo, per poi sottrargli il cellulare, il portafogli e la chiave dell’auto, ed immobilizzarlo ai polsi con delle fascette di plastica.

Una volta sequestrate e ripulite del portafogli e del denaro che avevano in tasca, le vittime venivano accompagnate in auto a fare dei prelievi di denaro al bancomat e costrette a dare altri soldi agli aguzzini, che poi le lasciavano in strada, minacciandole di morte qualora avessero denunciato la rapina. Le indagini proseguono anche per verificare altre eventuali vittime della gang.

Giacomo Mascellani