ERMANNO PASOLINI
Cronaca

Arbitro in sedia a rotelle: “Dicevano che non potevo, ho cambiato le regole”

A soli 17 anni Cristian Agostini è il primo fischietto in carrozzina del baskin. “Adesso la strada è aperta, ma non è stato facile convincere l’Eisi”

Cristian Agostini, 17 anni, durante una partita di baskin

Cristian Agostini, 17 anni, durante una partita di baskin

Cesena, 20 marzo 2025 – Cristian Agostini, 17 anni, studente al liceo scientifico “Marie Curie” di Savignano sul Rubicone, abita a Santarcangelo con i genitori Raffaella e Tomas e il fratello più piccola Mattia. Da poco è diventato il primo arbitro in sedia a rotelle in Italia.

Come è iniziata la sua passione per lo sport?

“Con il baskin, uno sport inclusivo dove persone con disabilità fisiche e/o mentali giocano insieme a normodotati, ognuno secondo le proprie abilità. Prima di conoscere il baskin non avrei mai pensato di fare sport, tantomeno a livello agonistico”. Con quale squadra gioca?

“Con gli Onions Baskin di Santarcangelo, la squadra fondata da mia mamma, che partecipa al campionato dedicato alla pallacanestro inclusiva. Il baskin in poco tempo è diventato la mia grande passione”.

Nel campionato scorso è stato il migliore realizzatore di punti.

“Sì ho realizzato 141 punti con 47 canestri realizzati su 54”.

E’ stato difficile?

“Un cammino che non è stato facile perché fino a qualche tempo fa, l’arbitraggio in sedia a rotelle non era previsto dal regolamento Eisi (Ente Italiano Sport Inclusivi)”.

Come ha reagito quando le hanno detto che non era possibile?

“All’inizio mi sono demoralizzato. Poi però ho deciso che non avrei mollato”.

Cosa ha fatto per farlo modificare?

“Grazie alla mia determinazione il regolamento è stato modificato, aprendo così la strada a una nuova figura: l’arbitro in carrozzina”.

Lei è consapevole che sta facendo storia nel mondo dello sport?

“Quello che a me interessa maggiormente è che così ho dimostrato che le barriere possono essere abbattute e che la passione per lo sport non conosce barriere. Non mi sono reso conto subito dell’importanza di questo risultato perchè ero più focalizzato sul mi obiettivo personale. Poi ho capito che la strada era aperta”.

Mai avuto contestazioni?

“No. Tutt’altro, anche se qualcuno mi consigliava di continuare a giocare visto che secondo loro ero molto bravo e di non distrarmi con l’arbitraggio”.

Quando ha arbitrato la sua prima partita?

“Il 26 gennaio scorso a Faenza e sono stato sostenuto da tutti”. Incontra dei limiti nella vita scolastica e in quella sportiva?

“Per quel che riguarda la scuola, il Marie Curie, assolutamente no, in quanto tutti si sono sempre dimostrati disponibili nei miei confronti. Qualche difficoltà la incontro nel mondo dello sport non tanto con le persone che mi sostengono e appoggiano le mie scelte, ma ci sono ancora troppe strutture, magari datate, che hanno barriere architettoniche. Per me è difficile incontrare anche solo due scalini in un ingresso oppure entrare in un vecchio bagno”.

Lei è stato accolto in municipio a Santarcangelo per parlare della sua nuova, emozionante esperienza. Che effetto le ha fatto?

“All’inizio avevo paura perchè non mi è mai è piaciuto parlare di me. Ero molto emozionato”. Quali obiettivi ci sono nel suo futuro?

“Prima di tutto finire il liceo e diplomarmi. Poi spero di potere fare l’università nella facoltà di “Ingegneria e scienze informatica a Cesena. Poi continuare a giocare nel baskin e naturalmente continuare ad arbitrare partite”. Si sente fortunato?

“Sì perchè ho tantissime persone che mi vogliono bene, che credono nelle mie capacità, più di quanto possa crederci io”.