GIACOMO MASCELLANI
Cronaca

Arancia meccanica in Romagna. Uomini adescati sulla chat gay. Sequestrati, pestati e rapinati

Violenze selvagge, poi le vittime venivano portate al bancomat e costrette a prelevare denaro

Arancia meccanica in Romagna. Uomini adescati sulla chat gay. Sequestrati, pestati e rapinati

Una delle maschere utilizzate dai tre rapinatori arrestati dai carabinieri di Cesenatico

Adescavano le loro vittime su una nota App di incontri per soli uomini. L’appuntamento era fissato di notte in una zona isolata nell’entroterra di Cesenatico. Al primo sguardo scattava però la violenza cieca e insensata, stile ‘Arancia meccanica’. Il malcapitato, terrorizzato e dolorante, veniva non solo rapinato, ma costretto pure a prelevare denaro dal bancomat e minacciato di morte nel caso avesse denunciato il fatto. I tre componenti della banda, che agivano con il volto celato da una maschera di Halloween, pensavano così di farla franca. Ma i carabinieri di Cesenatico sono risaliti a loro dalla targa di un’auto usata nel corso di un raid e ripresa da una telecamera di sorveglianza.

A finire in manette sono stati così un marocchino di 24 anni, un 21enne riminese e un 21enne senegalese, tutti incensurati e residenti a Rimini. Devono rispondere di due rapine risalenti ai primi giorni di novembre: nella prima, avvenuta a Cesenatico, la vittima è stata un uomo residente nella Valle del Rubicone; nel secondo episodio a Longiano, a farne le spese è stato un uomo residente a Cesenatico. In entrambi i casi la banda ha agganciato le vittime su una nota App di incontri gay e ha utilizzato la stessa strategia criminale. Uno dei componenti, quello che si fingeva interessato all’incontro, si è presentato nel luogo stabilito, dove gli altri due complici sono entrati in azione, hanno circondato il malcapitato, l’hanno aggredito con estrema violenza e picchiato a mani nude, gli hanno sottratto il cellulare, il portafogli e la chiave dell’auto, per poi immobilizzarlo ai polsi con delle fascette di plastica di quelle comunemente utilizzate dagli artigiani.

Per le vittime sono stati attimi di autentico terrore, in quanto sono state sequestrate ed accompagnate in auto a Rimini, costrette a effettuare prelievi di denaro al bancomat e bonifici su una carta ricaricabile, rapinate e poi abbandonate in strada in stato di choc. Si è trattato probabilmente di rapine studiate a tavolino e messe in atto con grande determinazione: terrorizzare la vittima faceva parte integrante della strategia. I malviventi, nascosti dietro le maschere, si facevano consegnare i documenti e minacciavano le vittime che avrebbero subìto pesanti conseguenze se avessero denunciato ai fatti: "Sappiamo dove abiti, se parli veniamo a casa tua e te la facciamo pagare".

Durante i colpi i tre rapinatori hanno utilizzato delle maschere per non essere riconosciuti da eventuali telecamere, tuttavia, oltre alle autovetture di proprietà degli uomini aggrediti e rapinati, hanno utilizzato anche l’auto di proprietà di uno di loro ed è su questa vettura che i carabinieri hanno concentrato le indagini per risalire ai componenti della banda. Il primo a finire nella rete è stato il 24enne marocchino di seconda generazione in Italia, e successivamente sono stati incastrati anche i due 21enni. I tre rapinatori ora si trovano agli arresti domiciliari in attesa del processo.