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Cronaca

"Antonio e Cleopatra? Due icone pop"

Da domani a domenica Valter Malosti porta al Bonci l’adattamento del testo di Shakespeare: "L’elemento predominante è l’eros"

Anna Della Rosa nei panni di Cleopatra con Valter Malosti in quelli di Antonio

Anna Della Rosa nei panni di Cleopatra con Valter Malosti in quelli di Antonio

di Raffaella Candoli

Valter Malosti, direttore di Ert-Teatro nazionale, da domani a sabato alle 20.30, e domenica alle 16, sale sul palco del Bonci nelle vesti di interprete di "Antonio e Cleopatra", testo di William Shakespeare di cui ha curato adattamento, e traduzione italiana in versi insieme all’anglista Nadia Fusini. Se Malosti è l’istrionico e contraddittorio Antonio, la fascinosa e poliedrica Cleopatra, è Anna Della Rosa, Premio Internazionale Flaiano per il Teatro, Premio Duse e Premio della Critica 2024, già finalista ai Premi Ubu 2021 per la sua interpretazione della regina d’Egitto in Cleopatràs, il primo dei Tre lai di Giovanni Testori, diretto da Malosti. In scena, nei ruoli di coprotagonisti, alcuni fra i migliori professionisti del teatro italiano, tra cui i premiati agli Ubu 2023 Margherita Palli (scenografa), Cesare Accetta (direttore della fotografia e light designer) e Gup Alcaro, sound designer per Malosti da una ventina d’anni, vincitore per il progetto sonoro di Lazarus. Il lavoro di oltre due ore, è una produzione Teatro Ert, Fondazione Teatro di Napoli -Teatro Bellini, Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile di Torino, LAC Lugano Arte e Cultura

Valter Malosti, un dramma degli opposti? Uomo-donna, potere-dovere, maturità e giovinezza.

"L’elemento predominante è l’eros, nella sua concezione tra sacro e divino. Cleopatra per Shakespeare è la regina, icona pop dell’antichità e della modernità, ma è anche Iside, ovvero di natura divina. Il Bardo prende la maggior parte degli spunti da Plutarco ne Le Vite, e coglie l’idea geniale di trasformare questa regina così mutevole in una donna dea, disorganica con una sua coerenza legata alla cultura dell’Oriente essendo lei macedone. Shakespeare gioca con la lingua e mescola i registri confondendo terrestre e celestiale. Poi sì, ci sono tutte le antinomie del rapporto controverso tra i due amanti e i rispettivi modelli culturali".

Quale tipo di uomo incarna Antonio?

"Come dicono gli ambasciatori giunti da Roma è un buffone tragico, ‘zimbello della prostituta’. Io ho preso sul serio Shakespeare che in questa pièce mescola il tragico e il comico, sacro e grottesco. Antonio è una specie di eroe ma un po’ anche Bottom di Sogno di una notte di mezza estate: ridicolo e incosciente. L’umanità che ci si presenta è una umanità con le sue contraddizioni e nei secoli non cambia".

Per questo i costumi rimandano anche ad epoche diverse, come le parrucche settecentesche?

"Sono tutti riferimenti storico-culturali, i costumi attraversano le epoche. Antonio che in apertura ha mantello e corazza, a un certo punto entra con uno spolverino di pelle rossa, Ottavia con gonna bianca e tacchi. Cleopatra, come fosse nel camerino di una diva holliwoodiana ha una sigaretta e impugna una pistola".

Cleopatra è una femme fatale?

"Certo che sì, capace di passare da tanti stati, in se stessa somma 6, 7 ruoli diversi, è la complessità dell’universo femminile. Per interpretarla ci vuole un’attrice straordinaria come Anna Della Rosa perché è tragica, comica, appassionata, strategica ma fragile. Se in Cleopatràs muore per overdose, qui si uccide con un colpo di pistola". E Antonio come muore?

"Maldestro anche in questa circostanza, ma tutto poi ha una sublimazione nella scena finale quando i due s’incontrano in punto di morte: Cleopatra esalta la figura di Antonio e tutta la vicenda assume una dimensione più alta e molto più vicina al pubblico cui Cleopatra si rivolge".