L’orientamento di alcuni presidi della scuole superiore di non diffondere i voti dell’esame di maturità poiché "alimenterebbe la competizione" ha suscitato la reazione sorpresa e contrariata di Antonella Celletti, capogruppo consiliare della Lega. Celletti osserva che non si tratta di una questione di privacy "ma di una ‘visione’ di vita di alcuni docenti che, pur rispettabile, può non essere la migliore soprattutto per quei giovani provenienti da fasce sociali meno avvantaggiate che attraverso il merito e lo strumento premiale del voto possono dimostrare il proprio valore. Il dubbio è che le frange più insidiose del deprecabile ‘politicamente corretto’ sollecitino a trasformare la scuola in un melting pot indistinto dove merito, competizione, impegno e quindi anche il risultato (inteso come voto) passano in seconda linea. Ma competizione, ambizione e aspirazione al miglioramento sono naturali in un bambino e sta nella famiglia e negli educatori convogliare queste caratteristiche verso obiettivi positivi da perseguire con fatica e impegno personale".
L’esponente leghista spiega che i giovani dovranno comunque affrontare un mondo del lavoro competitivo: "chi vuole migliorare la propria condizione, chi ha capacità, volontà, aspirazioni per il futuro deve impegnarsi per raggiungere gli obiettivi prefissati, che si possono tradurre anche in un buon voto all’esame di maturità di cui andare fiero, anche vedendolo pubblicato nei media. Merito e competizione e valutazione dei risultati sono per Celletti mezzi per rimettere in moto quell’ascensore sociale che consente appunto ai giovani più svantaggiati di migliorare le posizioni.