Cesena, 19 maggio 2023 – Quando si è in ginocchio, o si cade o ci si rialza. Cesena non cadrà. Non è questione di buonismo, ma di fatti. E di foto. Quelle che raccontano via Roversano, via Ex Tiro a Segno e le tante altre strade che lambiscono gli argini del fiume Savio. Ieri da quelle parti, a prendere a colpi di badile il fango e la disperazione c’erano centinaia di persone, accorse da ogni angolo della città senza chiedere, solo per dare. Qualcuno correva incontro agli amici colpiti, altri non conoscevano nessuno, ma erano comunque lì.
"Perché? Perché è così che succede in Romagna. In Romagna non ci si arrende mai. E se qualcuno sta per crollare, ecco che arrivano altri a sorregerlo. Noi siamo qui per questo". Lo dice un drappello di ragazzi, in marcia verso il Ponte Vecchio con gli stivali ai piedi e l’attrezzatura da cantiere in mano. "Veniamo oggi e torneremo domani. Resteremo al fianco di chi chiede aiuto fino a quando tutto non sarà tornato come prima". Le cose più belle sono le presentazioni. "E tu chi sei?"; "Vorrei darle una mano, se posso"; "Mi spiace non posso pagarti"; "Non voglio soldi, anzi, ho con me qualcosa per il pranzo, se lo accetta. Ha preparato mia madre".
All’uomo con la schiena dritta, le mani forti, le spalle larghe e i fornelli spenti si inumidiscono gli occhi. E da lì si comincia.
Studenti universitari, amici, amici di amici. A ogni porta c’è una storia diversa. C’è chi ha perso tutto, chi molto, chi ha limitato i danni. In strada si ammassano i mobili distrutti dall’acqua e tutto ciò che non può essere recuperato, pronto per essere caricato dai ‘ragni’ meccanici e smaltito. Si suda e si riprende fiato, ma non ci si lamenta. "Vogliamo una foto"; "Volentieri, ma non con quel sorriso, che magari viene frainteso"; "Non c’è niente da fraintendere. E’ questo lo spirito giusto. E’ il primo passo per rialzarsi". E soprattutto è contagioso.
Tra i tanti volontari c’è anche Stefano Angeli, un passato in politica, un presente in tanti ambiti del volontariato: "Non conosco nessuno qui, ma non potevo restarmene a casa sapendo del disastro che ci ha colpito. Ho aiutato a svuotare tre cantine, ho il fiatone, ma la fatica non mi spaventa". Passano le ore, prende piede il passaparola. Come quello alimentato da Fabrizio Faggiotto, presidente di ‘Centro Anch’io’: "Siamo tantissimi e continuiamo ad aumentare. Ognuno ci mette del suo per dare una mano e risultati si vedono. Stiamo pulendo tante case, il quadro sta cambiando. Certo, c’è ancora tantissimo da fare, ma la nostra non è una toccata e fuga a spot. L’appuntamento è già per domani. E per il giorno dopo. E per tutto il tempo che sarà necessario". Cesena è alle corde, Cesena è stremata, Cesena è in ginocchio. Ma non è sola. Cesena si rimetterà in piedi. Perché è così che funziona da queste parti.