GABRIELE PAPI
Cronaca

Alfonsina Strada, sfida agli uomini e al pregiudizio

Primi ciclista al Giro d’Italia, a Cesena gareggiò e vinse contro Pippo Brasey, fratello di Canzio.

Alfonsina Strada, sfida agli uomini e al pregiudizio

Primi ciclista al Giro d’Italia, a Cesena gareggiò e vinse contro Pippo Brasey, fratello di Canzio.

Destò grande curiosità quel duello ciclistico, cento anni fa, tra una femmina corridrice e un maschio corridore nel primo campo di sportivo di Cesena. Diciamo subito che quella sfida sportiva la vinse lei che gareggiava non in calzoncini, ma in pantaloni alla zuava. Stupore generale. Ma andiamo con ordine. Scenario e protagonisti. La pista era quella del campo sportivo ‘Unione Renato Serra’. Era situato tra l’odierno Istituto di Ragioneria e Casali. Il terreno era stato concesso gratuitamente dal Comune: gli impianti, campo di calcio. spogliatoi, pista per corse e atletica li avevano realizzati i soci della ‘Serra’ che organizzava eventi sportivi per fare un po’ di cassa. Come quello in questione. Ed ecco I protagonisti. Lei: Alfonsina Strada, emiliana, figli di contadini poveri. Non era la prima ciclista da corsa (‘mosche bianche’, in ogni caso). Ma l’unica ad aver corso il Giro d’Italia che si era disputato un mese prima. Alfonsina era giunta trentesima: fuori tempo massimo, ma aveva terminato il Giro. In una tappa era giunta al traguardo con un manico di scopa infilato nel manubrio, danneggiato dopo una caduta. Dei novanta atleti partenti in quel Giro circa sessanta baldi giovanotti si erano via via ritirati, cotti dalla fatica (a chi volesse saperne di più su questa coraggiosa e straordinaria atleta, visti i pregiudizi dei suoi tempi, consigliamo il succoso libro: ‘Gli anni ruggenti di Alfonsina Strada’, di Paolo Facchinetti, da cui è tratta la foto della ciclista: volendo, il testo è in biblioteca). Lui, lo sfidante: Pippo Brasey, cesenate, fratello minore di Canzio Brasey, buon corridore locale del primo decennio. Pippo, conosciuto per la sua simpatia, aveva una gran passione ma in corsa non era proprio un fulmine. Tuttavia nella sua mente fanciulla avrà pensato (come gran parte del pubblico d’allora): quella tipa ha molta grinta, ma è pur sempre una giovane donna… La sfida si svolse il 29 giugno 1924. Formula: inseguimento, che è tuttora disciplina olimpica. Non ci fu storia. Alfonsina, reduce da un Giro di undici tappe mediamente di trecento km., vinse in scioltezza sia la prima prova sia la rivincita. Per Alfonsina, che correva a ingaggio, non mancarono applausi calorosi. Allo sfortunato Pippo furono riservati sfottò. Tipo, dicono le cronache del tempo: ‘va a fè al piròchi’ (le pirocche erano le trottole, con allusione al mestiere di Pippo che faceva il tornitore). Poi Alfonsina continuerà la sua avventura agonistica e umana. L’anno dopo invece, su quel nostro rustico primo campo sportivo calava il sipario. Il Comune revocò la concessione: il vicino ospedale aveva bisogno di espandersi, e di quiete. Le attività sportive cesenati furono portate all’ippodromo. Per sentire ancora parlare di ciclismo femminile a Cesena bisognerà aspettare il 1946: quando proprio una cesenate, Maria Baldoni, vinse un Campionato Romagnolo di Ciclismo Femminile disputato però solo in quell’anno. Torna alla mente, a questo punto, un divertente film del 1951: ‘Bellezze in bicicletta” e soprattutto la sua famosa colonna sonora, un allegro motivo cantato nel film da Silvana Pampanini (anni dopo ripreso anche da Mina): ‘ma dove vai bellezza in biciletta, così di fretta pedalando con ardor?”.