ERMANNO PASOLINI
Cronaca

Agriturismo ’La Rocca’, riapertura dopo due anni

Domani alle 18.30 l’inaugurazione della nuova ala della struttura. . Secondo la leggenda ci sarebbe ancora una pentola di marenghi d’oro.

Agriturismo ’La Rocca’, riapertura dopo due anni

Dopo due anni di lavori di ristrutturazione e nuova costruzione, domani alle 18.30 a Pietra dell’Uso, frazione di Sogliano al Rubicone, verrà inaugurata la nuova ala dell’agriturismo ’La Rocca’ che aprì originariamente i battenti il 31 dicembre 2001. Ora ha più di 100 posti tutti al pianterreno, ed è più accessibile anche per persone disabili e anziani. Sarà aperto alla sera dal venerdì alla domenica e nei giorni festivi anche a pranzo. Alla base del successo che ha sempre avuto l’agriturismo ’La Rocca’ c’è la qualità dei prodotti a Km 0 e biologici con sfoglia e piadina fatte col mattarello e farina dei suoi campi. Alla guida da sempre c’è la famiglia Gattamorta che è composta da Enzo, dalla moglie Patrizia e dalla loro figlia Benedetta.

L’agriturismo ’La Rocca’ nacque sulle ceneri di una vecchia casa colonica ridotta a rudere. Al tempo dei Malatesta sulla Rocca sorgeva un convento costruito all’inizio del 1200 e abitato dai frati con una chiesina che è ancora al suo posto con le sue mura originarie. Dell’antico manufatto sono rimaste le cantine, usate ancora oggi, scavate nel tufo e nella roccia. Un agriturismo nato sulla vecchia casa colonica costruita all’inizio del ‘900. Lì vicino scorre il fiume Uso e sopra c’è l’antica chiesa di Pietra dell’Uso, fatiscente e depredata dai ladri di tutto quello che c’era. Al di là del fiume c’erano gli orti dove i frati coltivavano le cose da mangiare. Un’altra leggenda vuole che in quel luogo sia sepolta la ’pentola d’oro del diavolo’ che per diversi anni è stata cercata ma che non è mai stata trovata.

La storia la raccontava Battista, il vecchio mugnanio del mulino il cui rudere esiste ancora oggi. Lui e i suoi amici hanno sempre sostenuto che fosse sepolta una pentola piena di marenghi d’oro. A loro il fatto l’avevano raccontato i nonni. Marenghi che sarebbero stati nascosti dai frati. Battista ogni tanto con i suoi amici cercava di individuare il luogo della pentola in mezzo alle macerie e avevano persino svuotato un pozzo di raccolta di acqua.

Circa 100 anni fa, Battista e i suoi amici pensavano di avere individuato il posto dei marenghi. Tolsero la pietra dal pavimento e scoprirono che sotto c’era un vano dal quale usciva un venticello fresco. All’improvviso a mo’ di fantasma spuntarono guanti, calzini e cappellino tutti di lana e tutti rossi e si muovevano come fossero indossati da una persona. Hanno sempre sostenuto di essere stati allontanati di peso da quel luogo da quell’essere indefinito che loro considerarono il diavolo. Lo spavento fu talmente grande che cessarono le ricerche della pentola dei marenghi, tramandando però la storia ai figli e ai nipoti. Ed oggi il mistero dei marenghi rimane.