Il freddo è arrivato e l’inverno sembra essere partito. Un bene per l’agricoltura che soffriva per il caldo anomalo, ma se le temperature scendono repentinamente o se le gelate sono troppo lunghe si verificano danni per ortaggi e frutta. Il brusco abbassamento delle temperature con l’arrivo del freddo e del gelo danneggia le coltivazioni di verdure e ortaggi all’aperto dopo un anno bollente che ha ingannato la natura favorendo anche fioriture precoci che rischiano di essere bruciate dal crollo della colonnina di mercurio. È l’allarme lanciato dalla Coldiretti per l’arrivo del ciclone d’aria gelida.
"L’arrivo del maltempo con il freddo artico si abbatte sull’Italia dopo un 2023 che – sottolinea la Coldiretti - ha fatto registrare un dicembre bollente con la temperatura che è stata di 1,05 gradi superiore la media storica nei primi undici mesi dell’anno, al secondo posto tra i più caldi dal 1800". "Nel 2023 ne abbiamo già passate tante – dice Federico Facciani, vice presidente di Coldiretti Forlì-Cesena – per fortuna ora la situazione non è drammatica qui in Romagna. La preoccupazione maggiore per la zona riguarda le orticole in campo aperto che con il caldo di novembre e dicembre sono cresciute precocemente. Cavoli, verza, cicoria, broccoli e finocchi rischiano di essere danneggiati con le gelate. Qui da noi sono coltivati principalmente nelle zone di San Mauro Pascoli e Savignano. Le piante da frutto, invece, sono indietro fortunatamente. Non ci sono preoccupazioni per la vigna e l’ulivo perché la ripresa vegetativa avviene molto più avanti. Le preoccupazioni al momento sono per le coltivazioni al chiuso che, con questo freddo, necessitano di costi alti per gli impianti di riscaldamento".
Il cambiamento climatico, precisa Coldiretti, si manifesta con una più elevata frequenza di eventi estremi, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con i danni provocati dalla siccità e dal maltempo che hanno superato nel 2023 i 6 miliardi di euro in Italia.
"Ultimi giorni a parte, veniamo da un autunno e da un inizio di inverno molto caldo: questo ha un impatto negativo sul ciclo fisiologico delle piante che hanno bisogno di un certo numero di ore di freddo per superare la cosiddetta dormienza – aggiunge Matteo Brunelli, vicepresidente di Confagricoltura Frolì-Cesena e Rimini -. A gennaio sul nostro territorio stiamo assistendo ad una normalizzazione delle temperature rispetto al periodo e c’è stato anche un adeguato apporto di pioggia. Insomma, il termometro vicino alla zero adesso non ci preoccupa, ma i timori sono proiettati al gelo tardivo, quello che negli ultimi anni è arrivato in primavera, compromettendo la produzione frutticola della Romagna. Per questo è importante avere sistemi di difesa attiva e passiva delle proprie produzioni, sistemi che devono essere sempre più incentivati, proprio come chiede Confagricoltura. Al momento, però, con la riduzione del contributo pubblico, ci sono incognite sulle polizze agevolate".
"Il 2023 è stato l’anno in assoluto peggiore da quando raccogliamo i dati dell’ agricoltura, adesso si apre una stagione tutta nuova, anche se ci portiamo dietro delle situazioni pesanti legate soprattutto all’alluvione, di impianti persi, terreni da bonificare, e di cambiamenti climatici – dice Danilo Misirocchi presidente di Cia Romagna – quello che ci preoccupa è che a un autunno molto caldo è seguito un dicembre altrettanto caldo, ma adesso le temperature sono a norma".