ANNAMARIA
Cronaca

Agricoltura ancora in ginocchio: "Sommersi da acqua e fango: le piantine rischiano l’asfissia"

I coltivatori contano i danni dopo la tempesta: "Una lotta contro il tempo per salvare il raccolto"

Agricoltura ancora in ginocchio: "Sommersi da acqua e fango: le piantine rischiano l’asfissia"

I coltivatori contano i danni dopo la tempesta: "Una lotta contro il tempo per salvare il raccolto"

Senni

Le nubi si diradano e la pioggia smette di scendere, ma si cominciano a contare i danni che la nuova devastante tempesta d’acqua ha lasciato dietro di se’ nel mondo dell’agricoltura. "Per prima cosa un pensiero ai nostri colleghi del Faentino e del Ravennate che hanno subito una nuova, devastante alluvione. È un colpo pesante per l’agricoltura romagnola – dice Matteo Brunelli, vicepresidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini -. Nel Cesenate, per fortuna, questa volta il maltempo è stato più clemente, ma disagi, problematiche e danni non mancano". Nelle zone di pianura ci sono stati molti campi finiti sott’acqua, alcuni di questi appena lavorati e non ancora seminati, ma tanti altri hanno in corso le coltivazioni autunnali, soprattutto ortaggi. "Le piantine sommerse sono a rischio di asfissia – continua Brunelli - ora l’acqua sta drenando e speriamo faccia in fretta: per salvare il prossimo raccolto è questione di tempo". Nei frutteti l’attenzione è alta per portare a termine la raccolta delle susine, mentre si stanno controllando le situazioni degli impianti di kiwi e kaki, dove la raccolta doveva iniziare a breve. "Anche la vendemmia non è stata ancora completata – continua Brunelli - e questa ondata di maltempo porta il rischio di vedere sviluppare attacchi fungini e quindi compromettere la qualità dei grappoli: anche in questo caso è una lotta contro il tempo, con gli agricoltori pronti ad entrare in vigneto non appena le condizioni del terreno lo permetteranno. In collina ci sono smottamenti e colate di fango che comporteranno interventi di ripristino e nuovi costi per le aziende agricole. Anche in questo caso l’agricoltura è stata il settore più colpito e le istituzioni devono tenerne conto: aspettiamo ancora i ristori dell’alluvione 2023, non è stata risolta la questione del Fondo AgriCat e ci troviamo a fare i conti con nuovi danni: la questione non è più sostenibile. Soprattutto chiediamo di poter lavorare in un territorio che sia sicuro, dove almeno le manutenzioni ordinarie ai corsi d’acqua e ai fossi stradali vengano eseguite con costanza".

Nel Rubicone i timori sono principalmente legati ai ristagni che si sono formati durante le copiose piogge. Ad un certo punto i fossi si sono riempiti e l’acqua è arrivata sui terreni. Per fortuna questa volta il mare è stato ricettivo e si sono scongiurati gli effetti dello scorso anno. "Nella nostra azienda – spiega Daniele Montemaggi, produttore agricolo di San Mauro Pascoli socio di Confagricoltura - non riusciamo ad entrare ancora in campo per il fango, i trattori sprofonderebbero, e quindi non possiamo raccogliere le verdure: siamo praticamente fermi col lavoro. I timori sono poi legati all’insorgenza di fitopatie e di attacchi fungini: con l’acqua e tutta questa umidità, al primo raggio di sole potremmo avere delle brutte sorprese".

La Valle del Savio ha vissuto una duplice situazione: fino a metà vallata le piogge sono state abbondanti, mentre nell’Alta Valle ha piovuto poco e anche per questo su Cesena non si sono verificati i problemi del maggio 2023. "Nel nostro territorio riscontriamo più che altro danni nei campi arati: i ruscellamenti hanno creato qualche smottamento e hanno chiuso le fossette, ci saranno quindi interventi di pulizia da fare, servirà soprattutto liberare i fossi e risistemare i terreni prima della semina- dice Loris Mengozzi, agricoltore di Mercato Saraceno associato a Confagricoltura -. Ma per fortuna danni ingenti non ce ne sono stati: sulla Valle del Savio e sulla Valle del Borello non si è riversata una quantità di acqua esagerata. I disagi sono per lo più legati alle conseguenze dell’alluvione dello scorso anno, perché il ripristino non è ancora arrivato al cento per cento".