Anche i proverbi devono fare i conti col cambiamento climatico. Nei ‘tre giorni della Merla’, gli ultimi di gennaio che secondo le tradizioni popolari sarebbero quelli più freddi dell’anno, si stanno registrando temperature record sul lato opposto della colonnina di mercurio. Quella che martedì nel nostro territorio era arrivata a sfiorare i 21 gradi. "Si potrebbe dire che questa rilevazione batte tutti i precedenti fino al 1979 – osserva il tecnico meteorologo Ampro Roberto Nanni -, facendolo peraltro di quasi un grado. E’ vero, ma il punto non è solo questo, perché il dato di un giorno è un numero assoluto che non può indicare una tendenza. In questo caso invece la tendenza c’è, eccome. E dice che gli inverni diventano progressivamente sempre più caldi. E con questi cambiamenti, si modifica anche la percezione delle persone, che ormai tendono a considerare estremamente rigide temperature che in realtà non lo sono affatto". Nanni rilancia, parlando delle rilevazioni di questi giorni: "Abbiamo dovuto fare i conti con valori minimi che si sono fermati mediamente a 12 gradi, temperature che generalmente si registrano a maggio. Per quanto riguarda le massime invece, fatto salvo il picco di 20,9 gradi di Rimini, allargando lo spettro a tutta la regione, compresa l’area occidentale nella quale il termometro si è fermato più in basso, arriviamo intorno ai 18 gradi, tipici di marzo inoltrato. Non è questione del tanto citato vento di garbino, quanto piuttosto delle masse di aria calda che arrivano dal Sud Italia". Il punto non è in ogni caso restare sul dato statistico, buono per la curiosità e gli intermezzi di chi discorre del più e del meno. La faccenda è che col termometro che sale precocemente, tante cose cambiano, a partire dal ritmo di crescita di alberi e piante, comprese quelle da frutto e gli ortaggi, che ovviamente accelereranno il loro processo di maturazione e che poi in caso di future gelate, rischiano di far pagare agli agricoltori amare conseguenze. "Al caldo fuori stagione si aggiungono altri fenomeni – chiude Nanni – che spaziano dal vento forte, alla grandine e ai temporali. Il clima sta cambiando e tutti i riferimenti che ci portavamo dal passato sono saltati. Nelle tabelle statistiche le eccezioni verso le temperature più elevate sono decisamente maggiori rispetto a quelle del versante opposto. Serve partire da qui, per mettere in campo un’analisi approfondita della situazione".
CronacaAddio ai ‘giorni della Merla’: "Inverni sempre più caldi"