![Migration Migration](https://www.ilrestodelcarlino.it/image-service/version/c:YzMyYTZiNjItZDBkNS00:YzAyZjY4/migration.webp?f=16%3A9&q=1&w=1560)
C&C Group, con lo stabilimento a Calisese, è uno dei fiori all’occhiello dell’imprenditoria cesenate e opera principalmente nell’ambito del fine-linea e del packaging con l’automazione di macchinari avvolgitori di carichi pallettizzati. Prodotti che vengono commercializzati quasi per intero nel mercato estero.
Casadei, come si è chiuso il 2020 e come si è avviato il 2021?
"Abbiamo chiuso l’anno scorso con un leggero aumento del fatturato, nel’ordine del 2,45%. Non abbiamo quindi risentito degli effetti della pandemia, nonostante un rallentamento fisiologico registrato ad aprile e maggio dopo il lockdown. Ma già a settembre avevamo ripreso a correre e siamo soddisfatti delle commesse che anche in questa prima parte del 2021 ci stanno premiando".
Quali sono i Paesi con i quali si sviluppa più felicemente l’export?
"La C&C Group ha sfondato in particolare nei mercati del Nord America e dell’Australia che sono particolarmente recettivi e dove ci stiamo progressivamente estendendo. Al contrario è stata molto più complessa la internazionalizzazione in Europa, nel Regno Unito e in Germania dove il mercato ha risentito in misura molto più impattante della pandemia".
La C&C è riuscita a manenere i livelli occupazionali?
"Li abbiamo addirittura aumentati con i nostri dipendenti che sono cresciuti a 52, anche perché non si è arrestata la crescita che già da anni caratterizza le nostre produzioni. Siamo naturalmente contenti di aver mantenuto il trend in questo passaggio emergenziale. Invece il vero impazzimento è un altro".
A che cosa allude?
"All’aspetto gestionale che naturalmente, in questa situazione, ci mette a dura prova sul versante organizzativo, per cui veramente auspichiamo un rapido rientro alla normalità con l’effettuazione efficace e speriamo risolutiva del piano vaccinale".
a.a.