La maternità, la Puglia, l’amore e il cambiamento. Racconta la propria esperienza Erica Mou nel nuovo disco ‘Cerchi’, che presenterà in anteprima stasera alle 21 al Petrella. Registrato durante una residenza artistica proprio nel teatro di Longiano, l’album include undici tracce che descrivono la circolarità del tempo, che non si chiude mai, ma anzi si ripresenta simile in quello che è un cammino di crescita continuo. Il concerto della cantautrice verrà aperto da Giorgia Macrelli. I biglietti sono in vendita sia su Vivaticket, che in biglietteria.
Mou, come nasce l’album?
"Le canzoni del disco sono nate in tempi diversi negli ultimi anni. A legarle è l’idea della circolarità. È un progetto che nasce proprio sul palco del Petrella, durante una residenza artistica nel 2023. Volevo che fosse una sorta di istantanea".
Come mai?
"Spesso nei dischi si manipola tantissimo in fase di registrazione, io invece volevo registrare la crudezza del momento, nonché la magia del palco. Infatti, in fase di produzione abbiamo sistemato solo pochissime cose".
Quali sono i temi del disco?
"Al centro di tutto c’è la ciclicità della vita, cioè quando le cose ci si ripropongono dopo tempo, assomigliando al passato, ma allo stesso tempo differenziandosi dato con gli anni si cresce e si cambia. Ad esempio, in ‘Madre’ racconto il primo e l’ultimo incontro con mia madre. In ‘Complici’, invece, racconto il ritorno in una città di provincia".
Musicalmente che taglio ha dato all’album?
"È un disco che mantiene il mio stile cantautorale, ma che al folk mescola sonorità più ruvide e spigolose che si rifanno ai miei ascolti negli anni novanta e duemila. Con me hanno suonato i due musicisti Molla (ritmica e basso) e Flavia Massimo (violoncello)".
C’è un pezzo a cui è più legata?
"Ognuno ha una sua storia, non è semplice scegliere. ‘Mani d’ortica’, però, mi ha fatto capire di essere pronta a scrivere il disco. È un pezzo a cui sono affezionata e che in un certo senso ha dato origine alle sue dieci sorelle".
Oltre alla musica, negli ultimi anni ha collaborato a teatro con Concita De Gregorio.
"Nello spettacolo ‘Un’ultima cosa’ ho interpretato me stessa, cantando e musicando il tutto. Il teatro è qualcosa che vorrei approfondire e fare sempre di più, anche perché da ragazzina ho cominciato a esibirmi proprio grazie a un corso di teatro scolastico. È un linguaggio che ho dentro di me".
Cosa racconta nel suo nuovo romanzo ‘Una cosa per la quale mi odierai’?
"È un libro che è molto collegato anche all’album, in cui racconto la malattia di mia madre attraverso un suo diario e i miei ricordi. È un romanzo che parla di una storia che purtroppo tante famiglie hanno vissuto sulla propria pelle, ma c’è spazio anche per una rinascita".