Cesena, 28 giugno 2018 - Giorgio Lugaresi non molla: «Iscriveremo la squadra alla serie B – ha detto ieri –, ricorreremo ogni volta che ci diranno di no fino al Tribunale amministrativo regionale, se ce ne fosse bisogno, non ci arrenderemo mai». Sembra che il presidente non si renda conto che ormai per il Cesena le speranze di continuare il cammino attuale sono esaurite. Ci sono almeno cinque fronti aperti, e sperare di risolverli positivamente tutti e cinque appare utopistico. Il primo fronte è quello della giustizia civile: la Procura della Repubblica di Forlì ha chiesto il fallimento dell’Associazione Calcio Cesena in quanto non fa (e non potrà fare) fronte agli impegni economici poiché i debiti hanno superato il patrimonio netto.
Il secondo fronte è rappresentato da un’inchiesta penale aperta quest’anno dalla Procura della Repubblica; ci sono degli indagati, ma i loro nomi non sono noti. Il terzo fronte è la richiesta presentata dalla Federcalcio al Tribunale delle imprese di Bologna di commissariare la società, cioè di azzerare l’attuale dirigenza e nominare un amministratore straordinario che possa continuare l’attività senza il peso dei debiti e dei problemi attuali, che rimarrebbero in capo alla società e agli amministratori di oggi. L’udienza avrà luogo domani.
Il quarto fronte è quello aperto con l’Agenzia delle Entrate: anche ieri la risposta alla terza richiesta di ristrutturazione del debito non è arrivata. Il quinto fronte è il deferimento di Cesena e Chievo, oltre che dei dirigenti e amministratori di entrambe le società, per le plusvalenze realizzate scambiando giovani giocatori, che potrebbe portare a una pesante penalizzazione nel prossimo campionato.
In relazione alle notizie pubblicate ieri sull’acquisto da parte del Cesena della maggioranza dell’immobiliare Eurocostruzioni 2001 spa, i cui soci sono in gran parte soci o amministratori dell’Ac Cesena e della società che la controlla Cesena & Co (cooperativa) ieri pomeriggio sul sito del Cesena Calcio è stato pubblicato un comunicato nel quale si precisa: «L’acquisto è stato effettuato nel 2014 in parte ad un prezzo di 6 € ad azione, con pagamento previsto in 5 anni e in parte di 8 € ad azione per pagamento previsto in 10 anni, prezzo in linea con trasferimenti azionari effettuati nei 3/4 anni precedenti (da 2010 a 2014) a soggetti terzi. Come si evince dalla differenza di prezzo tra le cessioni a pagamento a 5 anni e quelli a 10 anni, il prezzo scontava la dilazione del pagamento, poiché all’atto dell’acquisto non è stato pagato neppure un Euro. Non è corretto affermare che la partecipazione sia ‘stata rapidamente svalutata nel bilancio’. La società ribadisce e tiene a precisare che contrariamente a quanto riportato dai media, i soci che cedettero le loro azioni non incassarono nulla né in quella occasione né successivamente, come del resto anche gli altri azionisti di Eurocostruzioni che cedettero la loro partecipazione. Per concludere la disamina di quella che i media hanno definito una attività fraudolenta nei confronti della AC Cesena S.p.A., è stato in realtà e nella sostanza, un rafforzamento patrimoniale dell’AC Cesena con conseguente depauperamento degli ex soci della Eurocostruzioni che nulla hanno percepito. Tanto dovevasi per verità e chiarezza».