"Ho sbagliato, ha fatto bene l’arbitro a espellermi". Così Thiago Motta dopo il triplice fischio. Il Bologna nel primo tempo pressava, creava, affondava. E pure a inizio ripresa. E l’ex, come tutta la sua Juventus, sembrava impotente. Motta parla con il quarto uomo, con l’arbitro, alza i torni, fino al rosso diretto. E subito dopo arriva lo 0-2 rossoblù.
Motta la riprende con i cambi, nella ripresa, seppur dalla tribuna, come spesso accaduto nello scorso anno a Bologna. Risultato giusto? No. Ma il campo non mente mai. Dove si fermano i meriti bianconeri, arrivano i demeriti rossoblù.
Si è chiuso nel silenzio nel prepartita, Thiago, parlando poco o nulla del Bologna. E poco o nulla aveva parlato dopo il suo addio. Difeso anche da Italiano sui fischi del pubblico rossoblù in Coppa Italia con il Monza, ha rischiato grosso, grossissimo e a chi gli domanda se con il Bologna si sia vista la peggior Juventus risponde così: "Nel primo tempo c’è stato un problema tattico e la responsabilità è tutta mia. Abbiamo affrontato una squadra che avanza, pressa e lascia poco tempo e non siamo stati in grado di uscire e sfruttare vantaggi davanti contro un’avversaria che accettava parità numerica in difesa".
Sua la colpa. E il pubblico juventino fischia e invita a tirare fuori gli attributi. Non è un buon momento: "Il pubblico è sempre con noi ed è giusto che alla fine lasci trasparire le sue emozioni. Dobbiamo essere più esigenti con noi stessi. Ringrazio la squadra che non ha mollato e ha recuperato una partita compromessa con una grande reazione, di cuore e carattere. Ma non possiamo essere soddisfatti per il risultato e la classifica. Dobbiamo alzare il livello e questa è tutta responsabilità mia. Cerchiamo di lavorare per prestazioni migliori e risultati che cerchiamo di cui abbiamo bisogno".
Il pubblico tira fuori quelle emozioni di pancia che Thiago non ha mai comunicato nell’ora dell’addio al Bologna e neppure questa volta: "A Bologna ho passato due anni bellissimi a livello umano e sportivo. Rimane e rimarranno nel mio cuore persone conosciute che mi hanno aiutato e che ho provato ad aiutare. E’ una città dove posso tornare a testa alta. Il resto conta niente".
Il resto sono le divergenze con alcuni dirigenti e con parte della curva che lo contestò fin dall’inizio. "Adesso alleno Juve: vita nuova e sono felice anche qui. Ma non sono soddisfatto dei risultati". E in fondo, uno come lui, abituato a vincere, si misura in primis su quelli. Non è cambiato Thiago.
Marcello Giordano
Continua a leggere tutte le notizie di sport su