Il suo nome è Irene. Il cognome è Scazzieri, ha 27 anni ed è una delle stelle di prima grandezza nel mondo dell’ultimate frisbee. A livello italiano, nessuna come lei a livello di risultati. Perché Irene, che con il Cus Bologna ha vinto tutto – scudetti e tre Champions –, da qualche anno gioca come straniera a San Francisco.
E con la maglia delle Fury di San Francisco ha vinto il campionato a stelle e strisce, praticamente un campionato del mondo. Champions e Stati Uniti insieme: nessuno prima di lei. "Straniera" perché, pur essendo italianissima – è nata a Bologna il 31 maggio 1997 –, con un disco tra le mani è un vero e proprio fenomeno e negli States si muove con questo status, praticamente da professionista dello sport.
Laureata in fisioterapia, Irene non riesce a essere impiegata negli States per i suoi studi. L’apprezzano, al contrario, per quello che ha imparato, e portato ai massimi livelli, sui campetti delle Due Torri. Anche se parlare di professionismo, per l’ultimate frisbee, è difficile perché le retribuzioni…
"Negli Stati Uniti – racconta Irene – è molto difficile ottenere un visto lavorativo. Quindi, purtroppo, qui non riesco a praticare la mia professione. Praticamente sono un’atleta a tutti gli effetti e il mio obiettivo è quello di allenarmi e farmi trovare pronta per competere ai massimi livelli".
Sempre in giro per il mondo, almeno negli ultimi tempi. Con un frisbee in valigia.
"Negli ultimi due anni ho passato l’estate, ovvero la stagione frisbistica, negli Stati Uniti in particolare a San Francisco. Pochi mesi fa ho avuto l’onore di indossare la maglia azzurra per i Mondiali in Australia, quindi ho aggiunto un altro bel viaggio".
Tante soddisfazioni, pochi guadagni. Almeno con il frisbee.
"Questa – aggiunge Scazzieri – non è una attività che ti permette di guadagnare in termini economici. però posso assicurare che in termini di esperienze, legami, ricordi ed emozioni è davvero imbattibile. Mi considero molto fortunata a poter vivere tutto questo. La squadra qui negli Stati Uniti mi sostiene, fornendomi almeno l’alloggio".
Negli States, senza dimenticare le sue origini. Per questo, quando scende in campo, non rinuncia al vezzo di disegnare una striscia particolare, proprio sotto gli occhi.
"Si tratta – aggiunge ridendo – di una crema solare resistente all’acqua e al sudore. Ho scelto l’azzurro per dare un tocco di italianità ricordando il colore della nostra divisa".
Non è la sola straniera nelle Fury. Ma l’unica europea sì. "Ci sono solo io, nel roster, del Vecchio Continente. C’è anche una ragazza giapponese. Diciamo che San Francisco non è proprio dietro l’angolo per chi parte dall’Europa".
Non si sente una star, Irene, ma sa di essere un punto di riferimento.
"Una stella no, mi considero una ragazza molto fortunata a poter inseguire un sogno. Non mi sento arrivata, anzi ogni stagione negli Stati Uniti mi fa scoprire nuovi aspetti da migliorare. Spero di essere un punto di riferimento per le giovani in termini di impegno, perseveranza e gioia nel giocare a frisbee".
Difficile tornare in Italia, dopo aver visto quanta gente si muove negli States per il frisbee.
"Per l’ultima partita lo stadio era pieno, poi era possibile seguire la diretta streaming da casa. La mia famiglia aveva organizzato un incontro per guardare la partita con amici e compagne di squadra, è stato bello giocare sapendo di avere tanto supporto anche da casa".
Torna indietro nel tempo, Irene, raccontando il suo approccio con questo sport.
"Ho iniziato alle scuole medie Carracci, inizialmente era solamente un passatempo pomeridiano. Ma il lato competitivo ha preso il sopravvento. Sapevo che l’obiettivo era arrivare al top fin da subito. Ringrazio Davide Morri, il mio primo coach (nonché cognato, ndr) e la mia famiglia per l’appoggio e il sostegno. Mi sono rotta due volte il crociato e, a dicembre, sono stato operata a un piede".
E adesso? "Il mio sogno è quello di ripetermi e giocare con la squadra americana ai Mondiali per club 2026. la vita può riservare sempre delle sorprese e io sono molto adattabile e cerco sempre il positivo quindi vedremo. Sicuramente la testa è già alla prossima stagione. Mi piacerebbe riuscire ad ampliare il movimento frisbistico in Italia e magari portare qualche altra giocatrice italiana oltreoceano".
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